Euromed, il vertice appeso a un filo

Fabrizio de Feo

nostro inviato a Barcellona

La lotta al terrore e la definizione del terrorismo: è questa la questione sulla quale si giocherà il successo o il fallimento del summit Euromediterraneo che oggi e domani riunirà a Barcellona i leader di 35 paesi. L’occasione di questa «convocazione allargata» è la ricorrenza dei primi dieci anni di vita del processo d’integrazione tra le due sponde del Mediterraneo. Un evento per il quale è stato appositamente «elevato» il livello del parterre, con la presenza, per la prima volta, dei Capi di Stato e di governo, oltre che dei ministri degli Esteri. E al quale l’Italia parteciperà in forze, presentandosi con Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.
Sul tavolo dei negoziati i leader delle due aree troveranno un breve testo di due pagine che definisce un ambizioso «codice di condotta» euromediterraneo nella lotta al terrorismo. L’auspicio Ue - ribadito dal presidente della Commissione, Josè Manuel Durao Barroso - è che la due giorni di Barcellona si concluda con la firma del documento. Tuttavia, per il momento il via libera dei 35 al testo incontra difficoltà consistenti: tutto dipenderà dall’ultimo giro di negoziati e dalle discussioni durante il summit, visto che per gli europei le azioni della guerriglia irachena devono essere considerate terroristiche mentre i paesi arabi non sono della stessa opinione. Quella del codice di condotta nella lotta è una spinosa questione di principio, ben nota nelle diverse capitali arabe ed europee. Il tema si trova ormai da anni al centro dei negoziati multilaterali in corso all’Onu, al centro, in realtà, di un’impasse che non fa sperare niente di buono neanche per le discussioni di Barcellona. I paesi arabi, e in particolare l’Egitto, puntano a inserire una precisazione in base alla quale non si può definire «terrorista» chi combatte contro una forza straniera presente sul proprio territorio. Ma su questo aspetto l’Ue ha una posizione molto ferma: «È chiaro che una cosa è un’autobomba e un’altra un legittimo movimento di resistenza», sottolinea una fonte diplomatica, ricordando come dopo gli attentati di Casablanca, Madrid o Londra, quello della definizione di terrorismo è un terreno su cui non sono ammesse concessioni di sorta.
Se il percorso verso una definizione teorica del terrorismo appare accidentato, diverso e promettente è il cammino sulla cooperazione «pratica» tra i partner Euromed a livello di scambio bilaterale di informazioni tra stati e servizi di sicurezza.
Sul fronte dell’economia, invece, l’obiettivo finale dell’Ue e dei partner mediterranei è non solo ambizioso ma soprattutto molto vicino.

Barcellona, infatti, sarà l’occasione per mettere a punto tempi e modi in cui giungere a un Mare Nostrum capace di rappresentare una piattaforma per la circolazione di beni e servizi. Per aumentare l’occupazione i paesi Euro-Mediterranei puntano, infatti, a definire una roadmap per arrivare al completamento, entro il 2010, di un’area di libero scambio che includa agricoltura e servizi.

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