In Europa la scure per abbattere il deficit cade sul pubblico

Dopo il maxi piano Ue per salvare l’euro è iniziato il pressing della Commissione, della Bce e dei mercati per avere chiare misure anti deficit. Soprattutto nei Paesi più a rischio. L’urgenza e la difficoltà di trovare soluzioni in un momento di crisi economica e di bassa crescita ha finito un po’ ovunque per colpire i settori dove è più facile agire o quelli percepiti, a torto o ragione, come luogo di maggior privilegio, come la pubblica amministrazione.
Ecco le principali misure già annunciate dai «Pigs» (acronimo che sta per Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) per abbattere il deficit, mentre anche l’Italia sta pensando a tagli al settore statale per dare corpo alle manovre sui conti pubblici.
Grecia. Per gli statali le molte indennità saranno ridotte sino al 10%. Per impiegati e pensionati, rispettivamente sotto ai 3mila e sotto ai 2.500 euro al mese, saranno ridotte tredicesima e quattordicesima. Gli impiegati delle società a partecipazione statale si vedranno ridurre il reddito del 3%. Per tutti, stipendi e pensioni saranno congelati per tre anni. Aumento delle imposte del 10% su elettricità, alcolici, sigarette e carburanti.
Spagna. Tagli del 5% agli stipendi dei funzionari, per accelerare il risanamento delle finanze pubbliche e riportare il deficit sotto il 3% per il 2013. Le misure annunciate devono consentire alla Spagna di risparmiare ulteriori 15 miliardi nel 2010 e nel 2011, in aggiunta ai 50 miliardi su tre anni previsti a gennaio. L’anno prossimo verrà sospesa la rivalutazione delle pensioni, gli aiuti allo sviluppo saranno tagliati di 600 milioni, gli investimenti pubblici di 6 miliardi e i comuni dovranno risparmiare altri 1,2 miliardi.
Portogallo. Aumento del carico fiscale sulle aziende di 2,5 punti percentuali, cioè fino al 27,5%, e una riduzione del 5% degli stipendi dei politici e dei dirigenti pubblici. Tra le altre misure messe a punto dal governo, un incremento dell’Iva di un punto, al 21%, e un aumento fino a 1,5 punti percentuali dell’Irpef. Lisbona punta a ridurre il deficit di bilancio dal 9,4% del Pil nel 2009 al 7% entro la fine dell’anno e al 2,8% nel 2013.
Irlanda.

Ci si aspetta la riduzione del numero dei dipendenti pubblici (oggi il 10% della popolazione attiva) e il taglio dei salari tra l’8 e il 34%. La Ue ha rivisto al rialzo il deficit 2009 di Dublino al 14,3%, contro l’11,7% notificato dal governo. Pesano i 4 miliardi stanziati per il salvataggio della Anglo Irish Bank.

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