
È in arrivo una nuova stretta di Viktor Orban, sulla scia di quanto annunciato da Donald Trump nei giorni scorsi. Il primo ministro ungherese intende designare in via ufficiale il gruppo di sinistra Antifa come organizzazione terroristica, replicando così la decisione paventata dal presidente degli Stati Uniti in seguito all'omicidio di Charlie Kirk. Orban - intervistato ai microfoni di Kossuth Radio - si è detto "soddisfatto" della scelta intrapresa dal tycoon e ha colto la palla al balzo per far sapere di voler fare lo stesso in Ungheria.
"Antifa è un'organizzazione terroristica. Sono venuti anche da noi, hanno picchiato persone innocenti per strada, ne hanno picchiati a morte alcuni, poi sono andati a Bruxelles per diventare rappresentanti del Parlamento europeo e da lì stanno dando lezioni all'Ungheria sullo stato di diritto", è stato lo sfogo di Orban. Che, seppur senza citarla direttamente, ha fatto un chiarissimo riferimento a Ilaria Salis, eurodeputata in quota Alleanza Verdi-Sinistra italiana. Ma sul punto è intervenuto il vicepresidente del Consiglio italiano, Antonio Tajani: "Non credo che Salis sia una terrorista. Ho idee molto diverse da lei. C’è un processo che la riguarda per accuse di violenze che avrebbe commesso, ma non mi risulta che sia una terrorista".
Chi invece ha tirato in ballo a chiare lettere Salis è stato Zoltan Kovacs. Il portavoce del governo ungherese prima ha confermato l'intenzione del primo ministro: "A seguito della decisione del presidente Usa Donald Trump, l'Ungheria designerà ufficialmente 'Antifa' come organizzazione terroristica". E poi nel suo post su X ha taggato proprio l'eurodeputata. A dimostrazione del fatto che nel mirino ci sia proprio l'italiana, che era stata arrestata a Budapest con l'accusa di aver partecipato all'aggressione di militanti neonazisti.
BREAKING! @PM_ViktorOrban: Antifa is a terrorist organization!
Following @potus @realdonaldtrump's decision, Hungary will officially designate Antifa as a terrorist organization. PM Orbán stated that Antifa operatives (@salisilaria) came to Hungary, attacked peaceful people…
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) September 19, 2025
Nel frattempo, con il passare dei giorni, Salis ha sempre più paura di finire in carcere. Spera di rifugiarsi dietro l'immunità europarlamentare, ma lo scudo è in bilico. Martedì 23 settembre è previsto il voto in Commissione Affari legali al Parlamento europeo, mentre il 7 ottobre toccherà all'Aula pronunciarsi. Proprio oggi Salis ha confessato a La Repubblica che "sono giorni difficili" e di grande angoscia: "Sono preoccupata. Lo scenario che potrebbe aprirsi è terrificante. La sola idea che esista la possibilità di tornare lì mi terrorizza".
Perciò ha fatto di nuovo appello ai suoi colleghi, affermando che il voto sull'immunità non è solo un caso personale ma un voto politico sulla democrazia in Europa: "Credo che i colleghi si riconoscano nei valori dell’Unione europea e dello stato di diritto e auspico che non si lascino influenzare dalle pressioni di chi vuole distruggere il progetto europeo".