Europa

Auto, braccio di ferro sui biocarburanti

Bruxelles dice no all’Italia. Pichetto: "Motori endotermici salvi, poi si vedrà"

Auto, braccio di ferro sui biocarburanti

Ultime febbrili ore di trattative in Europa per salvare il motore termico dalla direttiva che prevede lo stop alle auto diesel e benzina entro il 2035. Lo scorso fine settimana si è raggiunto un primo risultato con l’accordo tra la Germania e la Commissione Ue e l’inclusione del motore e-fuel tra le tecnologie consentite, escludendo però i biocarburanti su cui puntava l’Italia. Ed è su questo che si concentra l’attività del governo. Nella riunione degli ambasciatori europei di ieri (Coreper), l’Italia ha chiesto che l’approvazione del Regolamento sulle emissioni Co2 delle nuove autovetture non sia tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio Energia in programma oggi. Sul piano procedurale, l’Italia ha fatto notare che lo sviluppo del negoziato chiuso nel fine settimana e la conseguente dichiarazione, hanno implicazioni «sostanziali» sull’interpretazione e l’attuazione del regolamento.

Mentre sul piano sostanziale l’Italia sostiene che un’interpretazione restrittiva dei carburanti neutri in termini di emissioni di Co2 (che include gli e-fuels ma esclude i biocarburanti) non è accettabile, poiché non in linea con il principio di neutralità tecnologica. La posizione italiana è che, a prescindere dal contenuto della dichiarazione, occorra tempo per valutarla approfonditamente. La presidenza svedese ha comunque confermato il mantenimento del regolamento come punto A al Consiglio Energia di oggi dopo che «il Coreper I ha approvato che l’accordo sugli standard Co2 per le auto sarà nell’agenda del Consiglio Affari Energia per l’adozione finale».

La Commissione europea dovrebbe perciò presentare al Consiglio una dichiarazione scritta sui prossimi passi per l’attuazione del Preambolo 11 del Regolamento sull’immatricolazione dopo il 2035 di veicoli che funzionano esclusivamente con e-fuel.
Intanto fonti europee spiegano che il «testo sulle auto non sarà riaperto» ma gli Stati membri potranno intervenire con osservazioni e commenti alla luce della dichiarazione sugli e-fuels presentata dalla Commissione. Nonostante ciò, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto ha detto di essere al lavoro «per cercare un’apertura» aggiungendo: «al momento possiamo dire che è acquisito il motore endotermico. Era uno dei punti del tavolo automotive. Sui biocarburanti vedremo».

Pichetto ha quindi precisato: «Il regolamento è chiuso, e prevede i motori endotermici con gli e-fuel. Stiamo tentando di discutere per avere un’apertura sul Preambolo, che significa mettere i punti per i nuovi sviluppi. Gli e-fuel li avremo fra 10 anni, i biocarburanti li abbiamo adesso. La partita è aperta». Secondo il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso «una cosa è certa, e sembrava sino a poche settimane fa impossibile da raggiungere: il motore endotermico, elemento trainante dell’automotive italiana, è rimasto in pista, accanto a quello elettrico. Chi conosce la fabbrica sa quel che significa». Urso ha aggiunto «in ogni caso è importante che l’Europa abbia preso atto che il motore elettrico non è l’unica soluzione, sono convinto che questa consapevolezza porterà nel tempo alla piena neutralità tecnologica». Scettica sul contenuto della direttiva anche Unem, Unione Energie per la Mobilità: «L’accordo dell’Ue sugli e-fuels è una risposta parziale e sorprende il no ai biocarburanti».


Se oggi il Consiglio dovesse approvare la direttiva con l’e-fuel ma escludendo i biocarburanti, si aprirebbe una nuova possibilità di modificarne il contenuto nel 2026 attraverso la clausola di revisione in un contesto politico diverso da quello attuale con un nuovo Parlamento e una nuova Commissione.

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