“Ci vogliono criminalizzare”. L’allarme di Le Pen sulle elezioni e i partiti sovranisti

La leader del Rassemblement National a Quarta Repubblica: "La democrazia deve essere rispettata"

“Ci vogliono criminalizzare”. L’allarme di Le Pen sulle elezioni e i partiti sovranisti
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Marine Le Pen non ci sta. E a diverse settimane dalla sentenza di ineleggibilità che rischia di tagliarla fuori dalla corsa all’Eliseo, la leader del Rassemblement National parla a Quarta Repubblica definendo “scandaloso” che sia stata di fatto estromessa dal voto “con sentenza provvisoria" ignorando "i diritti di tutti i cittadini” ad avere “un ricorso effettivo”.

La candidata della destra francese, ospite di Nicola Porro, ci tiene a precisare che la sua condanna sul presunto utilizzo improprio dei fondi del Parlamento Europeo (l’allora Front National avrebbe fatto lavorare per il partito dei funzionari pagati con i soldi dell’Eurocamera) “non è affatto definitiva”. Eppure vede un disegno ben preciso dietro questa "tendenza a criminalizzare, vietare e censurare i partiti che sono in contrasto con le posizioni politiche dell’Unione Europea”.

Le tessere del puzzle sono almeno tre. Da un lato la clamorosa inchiesta dei servizi segreti tedeschi che hanno dichiarato l’Afd un pericolo per la democrazia, aprendo ad indagini molto invasive sul partito e anche ad un possibile scioglimento del primo movimento di opposizione della Germania. Poi ovviamente c’è il caso francese, con la principale candidata all'Eliseo tagliata fuori senza una condanna definitiva. E infine la Romania con Călin Georgescu, vincitore al primo turno delle presidenziali dello scorso novembre, poi arrestato dopo l’annullamento delle elezioni e quindi escluso dal nuovo voto.

La “tendenza” a cercare di eliminare i partiti anti-Ue a suon di indagini, processi o casi legali è per Le Pen inquietante. “Siamo in democrazia o non siamo in democrazia - dice - È un concetto semplice. O si ascolta la volontà dei popoli o non la si ascolta”. In Germania, Afd ha fatto ricorso e ha ottenuto il congelamento dell’etichetta di “partito estremista” in attesa della pronuncia del Tribunale sull’impugnazione di urgenza presentata dal partito di Alice Weidel. In Romania invece gli elettori, richiamati di nuovo alle urne, hanno votato in massa (40%) George Simion che ha raccolto l'eredità politica di Georgescu. “La più bella reazione possibile” e una “ottima lezione per quelli che provano ad ostacolare la democrazia”, dice Le Pen, che però ovviamente vorrebbe evitare di fare la fine di Georgescu e guardare dalla panchina il delfino Bardella correre per l’Eliseo. “Oggi il Rassemblement National è dato sopra il 35% - ribadisce Marine - molto al di sopra degli altri partiti. Chiedo solo una cosa: che la democrazia sia rispettata, che il popolo francese sia ascoltato e vengano rispettate le sue scelte”.

Nell’intervista con Nicola Porro, Le Pen critica anche la fotografia di Macron, Merz e Starmer in viaggio verso Kiev. “Mentre per mesi sono stati fatti degli sforzi da alcuni leader per trovare una soluzione pacifica a questo massacro, Macron sembra voler preparare la continuazione della guerra e un suo allargamento con l’intervento di Paesi come la Francia che potrebbe inviare truppe sul suolo ucraino”.

Marine è contraria non solo all’invio di soldati, ma anche alla creazione di una Difesa europea che, sostiene, l’Ue potrebbe cercare di realizzare sfruttando la “crisi ucraina”: “Mi chiedo quale sia il vero scopo di Macron - conclude - Non sono sicura che voglia la pace: mi domando se non voglia in realtà continuare la guerra”.

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