
Stop alle caldaie a metano a partire dal 2040: così Bruxelles porta avanti la sua ossessione verde. La Commissione europea ha infatti rilanciato la sua azione politica sulla Epbd, ossia sulla tanto discussa direttiva Case Green ideata per abbattere le emissioni del patrimonio edilizio entro il 2050. Come riportato dal Sole 24 Ore, il governo guidato da Ursula von der Leyen ha pubblicato un maxi-pacchetto normativo che contiene 3 linee guida e altri tre atti di regolamentazione tecnica.
Il punto più rilevante del documento riguarda le caldaie uniche alimentate da combustibili fossili. Due i passaggi chiave: lo stop alle agevolazioni fiscali a partire dal 2025 e l’eliminazione completa degli apparecchi entro il 2040. Le linee guida evidenziano che si tratta di un target indicativo, ma la Commissione europea è pronta a chiedere azioni concrete ai Paesi membri senza che quella scadenza svanisca nel nulla. "I Paesi membri hanno l’obbligo di attuare politiche e misure credibili nella prospettiva di raggiungere la completa eliminazione dei combustibili fossili" si legge.
Entrando nel dettaglio, la prima linea d'azione prevede di "rimpiazzare, in tutto o in parte, le caldaie uniche con soluzioni alternative". Tra le ipotesi le pompe di calore, il solare termico e i sistemi di teleriscaldamento. Altrimenti è possibile percorrere un'altra strada: rimpiazzare i combustibili fossili utilizzati nelle caldaie con alternative rinnovabili, come il biometano e l’idrogeno. L’integrazione tra queste due soluzioni mirate a spingere verso l’impiego di combustibili a basso impatto ambientale rappresenta la via principale per raggiungere i target fissati al 2040.
Ma non è tutto. Il vademecum della Commissione Ue accende i riflettori anche sulla semplificazione delle procedure di autorizzazione. Entro la fine del 2026, ogni Paese europeo dovrà presentare un piano definitivo che affronti anche i vincoli burocratici per gli interventi di ristrutturazione, con particolare attenzione sulla necessità di chiarire la personalità giuridica dei condomini. Le linee guida individuano inoltre alcune soluzioni per facilitare gli interventi di riqualificazione energetica: l'applicazione di un’Iva agevolata per le ristrutturazioni e la tassazione ridotta sull’IMU per i proprietari che realizzano lavori di efficientamento per avere case green.
La bufera è dietro l'angolo, il nuovo blitz di Bruxelles fa storcere il naso a molti. La sostituzione delle caldaie a metano richiede ingenti investimenti e adeguamenti strutturali. E cittadini vengono lasciati senza alternative, costretti a spendere parecchi denari. In un colloquio con la Confedilizia, il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha affermato che bisogna sì cogliere la sfida della direttiva sulle case green, ma ci sono alcuni aspetti da osservare. L'esponente di FI ha spiegato che nel nostro Paese "c'è un numero di fabbricati colossale, oltre 30 milioni, con oltre 20 milioni di edifici oltre la classe D. Ci deve essere un vantaggio anche economico, non un onere, bisogna creare le condizioni di appetibilità. Bisogna tenere conto del Paese. È facile, ha proseguito, in Lussemburgo, non può essere lo stesso in tutti i Paesi. È interesse nostro raggiungere l'obiettivo ma anche creare le condizioni migliori per decarbonizzare. Significa far valere di più l'immobile. Se è efficiente mi costerà meno l'energia. Ma per arrivarci non deve esserci un onere insopportabile per la famiglia italiana".
"La priorità dell'Italia è evitare che la definizione di nuovi obiettivi climatici riproponga impostazioni ideologiche, target e scadenze che non siano sostenibili dalle famiglie e dalle imprese europee che devono essere competitive nel mondo. Ne va anche della credibilità dell'Europa" ha aggiunto Pichetto Fratin. Il titolare dell'Ambiente e della sicurezza energetica ha aggiunto: "Come ho ribadito anche durante l'ultimo Consiglio Ambiente dell'Unione Europea, qualsiasi nuova proposta deve prevedere flessibilità, tempistiche e misure concrete che riconoscano anche le specificità dei singoli Paesi.
Parlo di principi come neutralità tecnologica, semplificazione, sostenibilità finanziaria degli interventi, su cui l'Italia ha già avanzato proposte concrete, come l'uso dei biocarburanti, la definizione di nuovi strumenti finanziari e maggior peso alla contabilizzazione delle iniziative sulla decarbonizzazione che i Paesi europei realizzano in Paesi terzi".