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La Commissione Ue insiste: nuovo spot a favore del velo islamico

L’ultima campagna della Commissione guidata da Ursula von der Leyen vede protagonista una giovane con l’hijab. Scoppiano le polemiche in rete: “Agenzia di comunicazione dei Fratelli musulmani”

La Commissione Ue insiste: nuovo spot a favore del velo islamico

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È il simbolo della sottomissione della donna nella cultura musulmana, ma il velo sembra rappresentare una vera e propria passione per la Commissione europea. Nel corso degli ultimi mesi si è moltiplicata la presenza di giovani donne con l’hijab negli spot promozionali della commissione guidata da Ursula von der Leyen: nonostante l’impegno di tante coraggiose ragazze per ribellarsi a questa imposizione, qualcuno a Bruxelles continua a promuovere campagne di comunicazione per eventi o addirittura progetti europei con donne volate come protagoniste. L’ultimo episodio risale a martedì.

Lo spot della Commissione Ue con il velo islamico

Sul profilo Twitter della Commissione europea è stato pubblicato un video per promuovere i fondi investiti dall’Europa per la salute mentale, ovvero 27 milioni di euro. Nella sequenza spunta anche una donna con l’hijab, unico segno religioso rappresentato nel filmato. Un dettaglio che non è passato inosservato, scatenando il dibattito sui social network. In tackle l’eurodeputata Aurelia Beigneux del Rassemblement National: “Vera e propria agenzia di comunicazione dei Fratelli musulmani, la Commissione europea continua a fare la promozione del velo islamico: è semplicemente scandaloso. Se la salute mentale dei nostri concittadini è una delle principali preoccupazioni, le tasse degli europei non devono finanziare il proselitismo religioso e conquistatore di una minoranza”.

Ma non è tutto. Lo spirito ultra-inclusivo della Commissione europea sembra aver mandato su tutte le furie anche i musulmani. Tra i commenti al video postato su Twitter, diversi utenti hanno denunciato la presenza della giovane con il velo islamico in uno spot dedicato alla salute mentale. Oltre il danno anche la beffa: le istituzioni Ue sono state accusate di islamofobia.

I precedenti

Come anticipato, non è la prima volta che la Commissione europea promuove l’hijab. Meno di sette giorni fa, in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia, è stata pubblicata una foto in cui appare una ragazza con il velo. Stesso discorso per la Giornata della visibilità lesbica ad aprile.

In entrambe le occasioni non sono mancate le discussioni sui social: nonostante il nobile obiettivo di trasmettere un messaggio inclusivo - o forse di non urtare la comunità islamica - la commissione guidata dalla von der Leyen sta sponsorizzando un simbolo di costrizione e sottomissione, quando tante giovani musulmane in tutto il mondo subiscono minacce e aggressioni fisiche per la voglia di libertà.

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