Può il battito d'ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas? Il meteorologo e matematico statunitense Edward Norton Lorenz, negli anni Sessanta, si interrogava così a proposito del clima e delle piccole variazioni iniziali che possono causare grandi differenze nei risultati finali. Ma nemmeno lui, un pioniere della teoria del caos, poteva prevedere gli strani effetti della politica estera progressista nel mondo. Ecco, ora c'è l'effetto Mamdami. L'ultimo esempio, che risale a meno di ventiquattro ore fa, è emblematico. Come è arcinoto Zohran Mamdani è diventato primo cittadino di New York e lo è diventato con un programma che lui stesso definisce socialista e che, coerentemente, prevede un innalzamento della pressione fiscale nei confronti degli strati sociali più abbienti. Dunque, in parole poverissime, una patrimoniale che finirà per toccare e limare i conti in banca non soltanto ai ricchissimi. Ecco: un'idea tanto dannosa per l'economia di mercato, illiberale e invasiva delle libertà e dei patrimoni altrui poteva non sedurre subito la sinistra italiana? Ovviamente no. Perché la parola patrimoniale esercita un fascino irresistibile per Pd e compagni. E così si manifesta con la velocità del battito di una farfalla ma la delicatezza di un ippopotamo, il primo effetto Mamdani: la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein (nella foto), nella foga di scimmiottare il sindaco della Grande mela, lancia (anzi, rilancia) l'idea di una grande patrimoniale europea. «Noi ci siamo già detti a favore di una tassa europea sulle persone che hanno milioni a disposizione, sui miliardari - ha detto la segretaria dem intervenendo a Il Domani delle donne a proposito della patrimoniale di Mamdani -. Nessuna paura, ma i capitali viaggiano più velocemente delle persone. Non ci sottraiamo, ma servono gli strumenti giusti». Non solo: «Nella mozione unitaria fatta con le opposizioni c'è una tassazione vera sugli extraprofitti, non solo sulle banche ma anche sulle società energetiche e quelle del comparto della difesa. Siamo a favore di una tassazione a livello europeo sulle persone che hanno milioni a disposizione, sui miliardari». Cioè una patrimoniale, l'eterna idea della «redistribuzione» mettendo le mani nelle tasche dei cittadini, senza migliorare la situazione economica di nessuno. Ma ormai Mamdani è un modello assoluto, il canone da applicare ovunque, da New York a Ostia, passando per Massaciuccoli, la leva da utilizzare per scardinare le destre in ogni angolo del globo terracqueo.
E, siccome le idee sciocche hanno spesso terreno fertile, le parole della segretaria hanno subito trovato riscontro tra la sinistra più sinistra. Pierfrancesco Majorino, consigliere del Pd alla Regione Lombardia, coglie subito la palla al balzo: «In fondo una delle lezioni più chiare che ci viene dalla vittoria di Mamdani è questa (a proposito dei limiti allo sviluppo edilizio nelle metropli, ndr). E non è affatto semplice da tradurre in pratiche, in scelte, in politiche. E New York è New York. Ok, tutto vero. Ma se non ci si prova la politica non serve a niente(...). E per lo stesso motivo penso si debba provvedere (come propongono i senatori del Pd attraverso il progetto di Cristina Tajani) a tassare i super miliardari.
Perché poi, ovviamente, gli slogan non bastano». E due. Siamo di fronte alla solita infatuazione progressista, certo, ma non si capisce perché dovremmo pagare noi in Italia o in Europa l'errore che hanno recapitato nelle urne elettorali i cittadini di New York.