Europa

"Impone l'agenda Lgbt ai governi". FdI, Lega e Fi contro la risoluzione Ue

Via libera alla risoluzione che chiede all'Ue di aderire alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Fdi si astiene e denuncia: "Strumento delle sinistre arcobaleno per imporre agenda Lgbt"

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L'europarlamento ha dato il via libera alla risoluzione che chiede all'Ue di aderire alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, nonostante la mancata ratifica del trattato da parte di sei Stati membri. Il documento, tuttavia, è di per sé controverso: oltre alle condivisibili istanze contro i soprusi e le discriminazioni al femmile, infatti, il testo contiene riferifenti all'ideologia gender per aree di competenza esclusiva dell'Unione europea. Per questo Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia si sono astenuti nel corso della votazione all'eurocamera, denunciando un tentativo politico di strumentalizzare l'argomento per veicolare istanze di natura puramente ideologica.

Convenzione di Istanbul, l'astensione di Fdi e le motivazioni

Il semaforo verde arrivato da Strasburgo esprime un formale consenso alla ratifica - da parte dell'Ue - della Convenzione di Istanbul per materie di esclusiva competenza dell’Ue: istituzioni e amministrazione pubblica nonché cooperazione giudiziaria in materia penale, asilo e non respingimento. "La delegazione di Fratelli d’Italia, nel ribadire il proprio impegno nella lotta alla violenza contro le donne, ha scelto di astenersi per una ragione di metodo e una di merito", si legge in una nota in cui gli eurodeputati meloniani Carlo Fidanza e Vincenzo Sofo spiegano le ragioni della posizione politica assunta in aula.

"Sul metodo, riteniamo problematico il fatto che per accelerare la ratifica della Convenzione da parte dell’Ue si sia deciso di procedere a maggioranza qualificata e non più all'unanimità. Un precedente pericoloso per future decisioni su nuovi accordi internazionali", scrivono gli esponenti di Fratelli d'Italia. Sul merito, invece, spiegano di voler "denunciare la strumentalizzazione della Convenzione da parte delle sinistre arcobaleno, che vorrebbero farne l’ennesimo cavallo di Troia per affermare l’ideologia gender, come accaduto con la risoluzione adottata a Strasburgo lo scorso febbraio". Il riferimento, con ogni probabilità, era alla documento con cui l'Europa aveva chiesto di denunciare le disparità di genere e le discriminazioni delle donne, ma con un testo che - avevano denunciato da Fdi - era "fortemente impregnato di ideologia gender".

"Strumento per imporre l'agenda Lgbt"

"Deve essere infatti chiaro a tutti che l'Ue non può legiferare su materie che non siano esplicitamente previste dai Trattati e che pertanto la Convenzione non può essere usata come strumento di pressione politica sugli Stati membri per imporre l'agenda Lgbt a governi legittimi che ad essa si oppongono", hanno tuonato stavolta gli esponenti di Fratelli d'Italia. E hanno concluso: "Chi lo fa è in realtà un nemico delle donne perché, come vediamo sempre più spesso laddove questa agenda è stata attuata in modo radicale, sono proprio le donne ad esserne le prime vittime".

L'attacco Pd al governo Meloni

Chiaramente le motivazioni del centrodestra non sono state comprese e condivise dalla compagine progressista, che ha usato la contingenza per tornare ad attaccare il governo italiano. "La concezione delle donne da parte dei due principali partiti di maggioranza è retriva, incivile e liberticida", ha affermato in una nota la vicepresidente dem del Parlamento Europeo, Pina Picierno. "L'arretramento sul terreno dei diritti era già stato sancito da alcune scelte ideologiche e identitarie del nostro governo, che sembra intenzionato a erodere progressivamente diritti elementari conquistati in anni di battaglie civili", ha proseguito, facendo passare una legittima posizione politica come un affronto alla libertà.

"Astensione ponderata". La onlus pro-diritti plaude al centrodestra

Diversamente, a comprendere e condividere l'atteggiamento del centrodestra italiano sono state alcune realtà impegnate nella difesa dei diritti umani. "Le sinistre europee non hanno mancato di inserire riferimenti Lgbtqia+, nell'ambito della stessa Convenzione", ha lamentato Emmanuele Di Leo, presidente dell'organizzazione umanitaria Steadfast, ritenendo invece valida ampia parte del testo.

"Ecco perchè riteniamo che l'astensione da parte degli europarlamentari di Fdi e Lega non vada contro i principi valoriali a cui ci ispiriamo ma evidenzi la correttezza dell'intento legislativo, forzato per l'ennesima volta, dall'ideologia gender che cerca di insinuarsi in ogni ambito", ha proseguito l'attivista.

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