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Mogherini e Sannino liberi. "Non c’è pericolo di fuga". Ma gli appalti li inguaiano

Nel mirino la formazione e l'acquisto di un immobile. Il diplomatico si è dimesso

Mogherini e Sannino liberi. "Non c’è pericolo di fuga". Ma gli appalti li inguaiano
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Una giornata in guardina, negli uffici della polizia belga, poi il rilascio attorno alla mezzanotte. Per l'ex ministra Federica Mogherini, oggi rettrice del Collegio di Bruges, e l'ambasciatore Stefano Sannino l'impatto con il lato più duro della giustizia è durato una manciata di ore, a partire dall'irruzione della gendarmeria nelle loro abitazioni e nelle perquisizioni chieste dalla Eppo ed eseguite dalla polizia giudiziaria federale del West-Vlaanderen. Dopo dieci ore di interrogatorio «è stata rilasciata senza condizioni, il clima era sereno», spiega l'avvocato di Mogherini, Maria Paola Cherchi. Poco dopo è lei stessa a intervenire con una nota: «Ho chiarito la mia posizione - dice Mogherini - L'Accademia (di Bruges ndr) ha sempre applicato e continuerà ad applicare i più elevati standard di integrità ed equità. Ho piena fiducia nel sistema giudiziario. Continuerò a offrire piena collaborazione». I tre fermati, compreso un dirigente del Collegio di Bruges, Cesare Zegretti, «sono stati rilasciati perché non c'è pericolo di fuga», confermano dalla Procura europea.

Non è una retromarcia degli inquirenti, non siamo davanti a una caduta delle accuse. Gli arresti scattati martedì erano, a quanto si comprende, finalizzati soprattutto alle perquisizioni per trovare conferme dell'ipotesi investigativa, che resta in piedi ed è pesante: turbativa e frode in appalti pubblici, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale, secondo quanto confermato ieri dall'Eppo.

Al centro, i rapporti tra il Collegio d'Europa di Bruges di cui la Mogherini (benché priva di alcun titolo accademico) è rettrice dal 2020 e il Servizio per l'azione esterna dell'Unione, una sorta di ministero degli Esteri dell'Ue, che gestisce budget da centinaia di milioni. Segretario, fino al 2024, era Sannino, prima di diventare direttore del dipartimento della Commissione Ue su Medio Oriente, Nord Africa e Golfo. Incarico da cui ieri si è dimesso, fiducioso che «tutto sarà chiarito».

Sotto inchiesta c'è l'assegnazione nel 2022, da parte del Servizio diretto da Sannino, di un appalto da 700mila euro al Collegio guidato dalla Mogherini per la formazione di quaranta diplomatici destinati a diventare i quadri della politica estera europea. Un progetto pilota per la nascita di una «accademia diplomatica europea», per cui si sarebbero candidati anche altri cinque istituti, ma senza successo. «Era abbastanza scontato che potesse vincere il Collegio di Bruges», spiega al Giornale uno dei candidati esclusi dietro anonimato.

L'appalto sarebbe stato ottenuto grazie a informazioni privilegiate, secondo l'Eppo, che si è mossa dopo una denuncia presentata all'Olaf (l'antifrode Ue) forse da una gola profonda interna agli stessi uffici di Sannino. Sarebbe stato proprio lui, nella ricostruzione degli inquirenti, la «talpa» della Mogherini nella burocrazia comunitaria. Sotto la lente dei magistrati ci sarebbe anche l'acquisto di un immobile da 3,2 milioni di euro da parte del Collegio di Bruges mesi prima della pubblicazione del bando: una struttura in grado di ospitare circa 50 letti. Un requisito, garantire gli alloggi agli studenti, che sarebbe poi finito proprio nel capitolato di gara. Di certo c'è che dopo che l'istituto si è aggiudicato il progetto pilota, una sorta di «fase uno», nessuno si è candidato alla gara per la «fase due». Il Collegio di Mogherini è diventato così l'assegnatario permanente del progetto fino al 2028. L'istituto «ha dimostrato di offrire l'eccellenza accademica di alto livello e le competenze necessarie», si legge nella motivazione del maggio 2024. E per il 2024-2025 sono stati stanziati 1,7 milioni.

Anche gli uffici del Collegio sono stati perquisiti dalla polizia federale. Il presidente, che è anche ex presidente del Consiglio d'Europa, Herman Van Rompuy, viene risparmiato sia dalla perquisizione che dalle accuse.

Ha però un ruolo centrale la sua decisione del 2020 di nominare la Mogherini rettrice, nonostante la carenza, ripetutamente segnalata, di titoli accademici: una scelta riconfermata all'unanimità quest'anno per altri cinque anni.

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