"Il riposo estivo è un diritto". E il post della Salis finisce nella bufera

In tanti le hanno consigliate di avere il buon senso di non fare certe esternazioni: "Ti trovi per caso a ricoprire un seggio al parlamento europeo e se fossi in te eviterei di fare post simili"

"Il riposo estivo è un diritto". E il post della Salis finisce nella bufera
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Nemmeno in ferie Ilaria Salis riesce a evitare di attaccare il governo, per altro con argomenti pretestuosi, invocando il "diritto alla vacanza", che fa il paio con il "diritto all'eleganza" del suo ex collega di partito. "Finalmente qualche giorno di vacanza. È stato un anno intenso, e il prossimo non sarà da meno", scrive l'ex insegnante e ora parlamentare europea da 15mila euro al mese. E lei che rivendica le lotte popolari e la vicinanza con gli ultimi, forse dovrebbe evitare di definire il suo un "anno intenso" a fronte di chi, davvero, lo ha avuto e ha guadagnato molto meno di lei. Questione di eleganza e buon senso, ma non di sottigliezze, che però vengono fatte notare anche da chi la segue, perché al di là di qualche "compagno" che sembra compatirla per il duro lavoro svolto, in tanti le fanno notare l'ipocrisia di questo suo messaggio feriale.

"Purtroppo in Italia, con stipendi da fame e un capitalismo straccione, sempre più persone non possono permettersi una vacanza, neanche breve, neanche in piena estate. Molte altre sono costrette a vacanze lampo, inventandosi mille stratagemmi per spendere il meno possibile e facendo molte rinunce. E questo è inaccettabile: un degno riposo estivo non deve essere un privilegio, ma un diritto", scrive l'europarlamentare. Il Touring Club ha riportato alcuni dati in merito a un sondaggio: il 75% degli italiani nel 2025 farà sicuramente un "viaggio" estivo e la quota di chi dichiarava che sarebbe rimasto "certamente" a casa è del 2%. Ma mette anche in evidenza un altro dato: "Oltre il 90% si è concesso almeno una vacanza nel periodo giugno-settembre prima del 2019". È ovvio che chi vive in ristrettezze economiche preferisce rinunciare a una vacanza piuttosto che ad altro, ma è al limite della scortesia verso molti italiani legare il "riposo estivo" che invoca Salis al diritto alle vacanze.

"Quando avremo capito che i veri problemi del Paese non sono i migranti o il reddito di cittadinanza e ci uniremo nella lotta, vedrete, tutti potranno permettersi le sacrosante ferie e tutte vivremo meglio", ha concluso Salis. La sua analisi è monca, perché non considera i miliardi che lo Stato ha versato per il reddito di cittadinanza e le spese che lo Stato sostiene per i migranti irregolari, che vengono mantenuti con i soldi di chi paga le tasse, che contribuiscono anche al pagamento del suo emolumento da parlamentare. Quella di Salis è propaganda politica, nulla di più e nulla di meno, e sono tanti i commentatori che le consigliano di evitare certe esternazioni per non esporsi alle critiche. "Ilaria ti trovi per caso a ricoprire un seggio al parlamento europeo e se fossi in te eviterei di fare post simili. Sei al limite della...", ha replicato un utente. E ancora: "Lei con lo stipendio da parlamentare va in vacanza", "Ritengo che la credibilità di chi ricopre incarichi ben retribuiti, con compensi di migliaia di euro al mese e spese già coperte, si misuri anche nella coerenza tra parole e azioni.

Sarebbe un segnale concreto e di grande valore sociale destinare almeno il 70% di tali compensi a sostegno delle famiglie che non possono permettersi neppure una breve vacanza o, in alcuni casi, la spesa quotidiana".

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