"Ha vinto il pragmatismo delle mamme". Così è nata l'intesa su Fitto con Von der Leyen

Giorgia Meloni da Bruno Vespa rivendica il ruolo dell'Italia e il suo peso politico con la nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza con delega per la coesione e il Pnrr

"Ha vinto il pragmatismo delle mamme". Così è nata l'intesa su Fitto con Von der Leyen
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Giorgia Meloni ha portato a casa un altro risultato con la nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione europea. Benché la sinistra, per puro sentimento di acrimonia nei confronti del presidente del Consiglio e del centrodestra, remasse affinché l'Italia fosse isolata, il nostro Paese ha raggiunto un altro traguardo. L'Italia è tornata centrale nell'Unione europea e il premier non può che esultare. "Nella definizione della Commissione Europea vale il peso delle nazioni, è quello che tento di spiegare da diverso tempo, e noi dobbiamo ricordarci qual è il ruolo dell'Italia: un paese fondatore dell'Unione europea, la terza economia, la seconda manifattura, il terzo Paese per numero di abitanti, è una nazione che conta", ha dichiarato Meloni ospite di Bruno Vespa nella striscia "Cinque Minuti" dopo il telegiornale di Rai1.

Quella di Meloni è un'Italia non asservita e inginocchiata agli altri Paesi, com'è stata fino al 2022 con la gestione del centrosinistra e la delega a Raffaele Fitto nella Commissione europea per la coesione e il Pnrr "è un risultato molto importante di cui sono molto contenta". Questo nonostante il non voto a Ursula von der Leyen per la riconferma alla Commissione europea. Ma Meloni e il presidente hanno dimostrato che si può lavorare bene anche quando non si è sempre d'accordo o non ci si inchina solo per interesse politico. "L'intesa con von der Leyen? Io faccio quello che dico di solito e forse il vantaggio che ho è proprio che tutti sanno che non c'è trucco e non c'è inganno. Sono una persona leale, sono una persona pragmatica. Penso che alla fine forse è soprattutto un po' il pragmatismo delle mamme, se devo individuare una risposta", ha spiegato Meloni. Quel pink power che la sinistra predica e la destra mette in atto.

"Dobbiamo anche un pò imparare rispetto anche al dibattito che c'è in Italia. Sbaglia chi pensa che le dinamiche dei partiti in Europa debbano contare più della forza degli Stati membri", ha proseguito dando una lezione alle opposizioni, che hanno sperato fino all'ultimo che il nome proposto dall'Italia venisse posto ai margini. Sbaglia, ha detto ancora a Bruno Vespa, "chi eventualmente in passato avesse preferito altre logiche rispetto a far valere la forza della nazione, perché l'Italia è una nazione forte, e quindi forse vale la pena di imparare, di saper rivendicare con maggiore determinazione il peso dell'Italia". Un concetto che vale soprattutto ora, che con l'attuale governo l'Italia "si presenta come seria, affidabile e leale pur non rinunciando a dire quello che pensa per il bene dell'Europa, che è quello che abbiamo fatto".

Ora Fitto dovrà superare l'esame del parlamento Ue, ma il presidente del Consiglio si è detto sicuro del successo: "Se io devo guardare alla competenza, alla serietà di Raffaele Fitto, che è una persona stimata a 360 gradi anche in Europa, non ho dubbi che lo superi". Poi, al risultato finale concorrono anche le dinamiche politiche, che non hanno nulla a che fare con merito e competenza: "Però, io dico questo, dipende da noi, dipende da quanto l'Italia riesce a muoversi compatta, perché noi dobbiamo ricordare che Raffaele Fitto non è il commissario di Fratelli d'Italia, il commissario del governo, è il commissario italiano". Il Pd è la componente maggiore del partito socialista, che è quello che nei giorni precedenti si è mostrato maggiormente reticente. "Escludo che il Partito Socialista europeo possa prendere sul Commissario italiano una posizione diversa da quella che indica la delegazione italiana, che è anche la più rappresentativa. Quindi credo che se noi riusciamo a muoverci in maniera compatta, non ho dubbi", ha proseguito.

Per poi ricordare, per onore di cronaca politica, che "Raffaele Fitto, esponente al Parlamento Europeo di Fratelli d'Italia all'opposizione dell'allora governo di centrosinistra, votò Paolo Gentiloni".

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