nostro inviato a Washington
«Le Banche centrali hanno operato molto bene durante la crisi finanziaria, la Bce, la Federal Reserve e le altre. Hanno iniettato liquidità, aiutando i mercati ad andare avanti. Hanno fatto bene, ma in modo differente. Ci sono molte ragioni, ad esempio il modo di vedere linflazione, per spiegare i diversi atteggiamenti, però - dice il direttore generale del Fmi, Dominique Strass-Kahn - sarebbe più utile che le banche centrali in futuro operassero interventi più omogenei. I mercati comprendono meglio il segnale, se il segnale è lo stesso».
Nel giorno in cui la Banca centrale europea mantiene fermi i tassi dinteresse, paventando forti pericoli sul fronte dellinflazione, ma allo stesso tempo deludendo chi vorrebbe uno stimolo monetario alla crescita delleconomia, dal Fondo monetario arriva un segnale di diplomatica insoddisfazione. È evidente che Strauss-Kahn preferirebbe una Bce più aggressiva e meno prudente. Il Fmi prevede un ritorno dellinflazione europea a livelli più bassi già nella seconda metà del 2008, e dice apertamente che cè spazio per una riduzione dei tassi. Certo, il managing director del Fondo ammette che «la situazione in cui ci troviamo è fra il ghiaccio e il fuoco», tra la crescita economica fredda e linflazione che diventa molto calda. Incontrando la stampa alla vigilia del G7, Strauss-Kahn disegna un quadro ancora incerto delleconomia globale. «La bilancia dei rischi punta verso il basso, e la crisi delle case negli Usa non è ancora alle nostre spalle, mentre l'inflazione - spiega - ci preoccupa perché lincremento dei prezzi è elevato, in particolare quello dei prodotti alimentari che dalla fine del 2006 sono aumentati del 48%, danneggiando soprattutto i Paesi poveri».
La risposta alla crisi è al centro del vertice dei ministri finanziari del G7, oggi pomeriggio. Al summit il governatore di Bankitalia Mario Draghi presenta il documento conclusivo, una settantina di pagine, del lavoro del Financial Stability Forum sulla situazione finanziaria. Ieri Draghi ha incontrato Strass-Kahn per illustragli i contenuti del documento. Ministri e governatori incontreranno a cena i principali banchieri privati per uno scambio di idee, e per capire se e dove si possano celare altre «sorprese» poco gradite. E cè molta attesa per quanto dirà il segretario al Tesoro Usa, Henry Paulson, sulla situazione dell'economia americana. Si discuterà anche di cambi. «Alcune monete sono ovviamente sottovalutate - osserva Strauss-Kahn, riferendosi in particolare allo yuan cinese -, altre sono vicine a un equilibrio di medio termine, altre ancora sono troppo forti, e questi squilibri sono parte della crisi che stiamo vivendo».
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