Evasione fiscale, arrestati due imprenditori «a 5 stelle»

Sono titolari di alberghi a cinque stelle sparsi un po’ dappertutto in Italia tra i quali l’Excelsior di Rapallo e il Bentley di Genova, oltre ad alcuni ristoranti di lusso ad Asti e a Milano, i due imprenditori torinesi, arrestati ieri mattina nel capoluogo piemontese dai carabinieri. Si tratta di RC, 65 anni, e Giulio Lera, ragioniere, di 59. I due gestivano a Torino alcuni dei locali più di lusso e rinomati, come l’hotel Golden Palace e lo storico ristorante «Al Cambio» ed erano proprietari dell’albergo Turin Palace, ora fallito. I reati contestati sono bancarotta fraudolenta continuata ed evasione dell’Iva. Le indagini iniziate nel mese di marzo a seguito di diverse segnalazioni dell’Agenzia delle Entrate e da parte di Equitalia hanno consentito di verificare che i due, attraverso un articolato sistema, simile a delle scatole cinesi, facevano fallire le società aprendone contemporaneamente delle altre, riuscendo così a scaricare le perdite sulle società fallite e conservando i crediti su quelle nuove. In questo modo riuscivano a non versare l’Iva e le tasse previste guadagnando somme ingenti. Nel corso di queste operazioni, che hanno determinato il fallimento di molte delle loro società, i due soci d’affari non hanno presentato alcuna documentazione contabile o relativa ai bilanci ai curatori del tribunale. L’Equitalia ha indicato in circa 50 milioni di euro la somma evasa allo Stato (relativa però solo al periodo 2006/2007), ma in realtà (considerato anche l’indotto rappresentato da tutti i fornitori, anche piccoli, degli alberghi trascinati dal fallimento delle società e dalle banche nei cui confronti gli indagati hanno un’esposizione debitoria di centinaia di milioni di euro tra fidi, mutui e finanziamenti vari), il «buco» creato è rilevantissimo. Le misure cautelari sono state eseguite ieri mattina e ci sono state perquisizioni a Genova e Rapallo, oltre che a Venezia, Catania, Roma e Napoli.

In particolare, il pm ha disposto il sequestro di 19 conti correnti bancari personali riconducibili agli indagati ed alle loro famiglie, le quote societarie di tutte le società che gestiscono gli alberghi (5 società) e alcune cassette di sicurezza.

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