AGGIORNAMENTO AL FEBBRAIO 2021
In relazione all’articolo sottostante si precisa che gli sviluppi successivi a quanto narrato hanno sancito il non coinvolgimento del Dottor Renato Soru nei fatti di cui viene dato conto
Settembre nero per il patron dell’ Unità Renato Soru. E non perché Tiscali, l’altra creatura di sua proprietà, non vada bene in Borsa.No, la nuova grana dell’ex governatore di Sardegna, a una settimana esatta dalla notizia dell’inchiesta della Procura di Cagliari che lo vede indagato per evasione fiscale, è economica sì, ma piazza Affari non c’entra. Accade, infatti, che proprio nel fascicolo che bolla Soru, in compagnia dei tanti italiani che L’Unità normalmente fustiga, come furbetto che non ha pagato le tasse,c’è una richiesta che le mani le mette direttamente in tasca all’editore del quotidiano «fu»di Gramsci.
La Guardia di Finanza, a tutela del debitore danneggiato dalla presunta evasione fiscale, alias l’Agenzia delle Entrate, chiede infatti il sequestro di beni personali intestati al patron di Tiscali per un ammontare complessivo di dieci milioni di euro. Sì, avete letto bene, 10 milioni, che proprio robetta, anche per uno come Soru, non sono affatto. La richiesta delle Fiamme gialle, come racconta La Nuova Sardegna , è contenuta nel fascicolo aperto in procura. Non è affatto detto, comunque, che Soru debba davvero pagare i dieci milioni. Il pm può decidere che la misura cautelare, piuttosto pesante - sarebbe pari all’importo che il patron di Tiscali avrebbe evaso tra il 2005 e il 2010, attraverso una società inglese a lui riconducibile, la Andalas Ltd – sia eccessiva e che dunque non sia necessario darle corso.
Ed esiste una possibilità di accordo con l’Agenzia delle Entrate che un po’ imbarazzante è, perché finisce per essere un riconoscimento dell’errore commesso, ma in fondo che importa passare per evasore fiscale se,invece che dieci,di milioni,se ne può pagare uno solo? E infatti l’ex governatore di Sardegna la trattativa con i funzionari dell’Agenzia delle Entrate l’ha già intavolata. E sarebbe appunto un milione di euro, contro i dieci che la Tributaria vorrebbe sequestrare preventivamente in termini di beni, la cifra intorno a cui Soru e l’Agenzia delle Entrate starebbero raggiungendo un accordo.
Non che la soluzione del contenzioso fiscale annulli, tout court , l’inchiesta penale. Il fascicolo in Procura a Cagliari è aperto e andrà comunque avanti. Se, dopo gli accertamenti, i pm disporranno il giudizio, nel caso in cui saldi il suo debito con l’Agenzia delle Entrate, Soru potrà comunque fruire di uno sconto di pena fino a un terzo. Questo scenario, comunque, è lontano. L’editore dell’ Unità , quando è venuta fuori la notizia dell’inchiesta a suo carico per evasione fiscale, si è difeso a spada tratta: «Nel confermare la propria linea di massima collaborazione nei confronti delle autorità – ha fatto sapere Soru attraverso una nota piuttosto imbarazzata – riaffermaperaltro il proprio genuino convincimento sulla buona fede e sostanziale correttezza della propria condotta fiscale, correttezza che lo ha determinato – ricorda nella stessa nota – a non beneficiare della recente opzione di condono fiscale per i capitali detenuti all’estero ».
Si vedrà.
Intanto, stante la spada di Damocle del sequestro di 10 milioni di beni richiesto dalla Guardia di Finanza, il problema principale da risolvere è chiudere la procedura di conciliazione con l’Agenzia delle Entrate, anche a costo, ammettendo l’irregolarità, di perderci un po’ la faccia, specie con gli amici della sinistra dura e pura, depositari della morale per definizione. Ma tant’è,meglio un po’ di imbarazzo passando per evasore fiscale, piuttosto che rimetterci il portafoglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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