Milano - Leonardo Del Vecchio, presidente e maggior azionista del gruppo Luxottica, dovrà pagare al fisco 20,4 milioni di euro. Con due diverse sentenze, la commissione tributaria provinciale di Belluno ha stabilito che attraverso una società con sede all’estero riconducibile all’imprenditore di Agordo sono state evase le imposte dovute su plusvalenze e dividendi della Luxottica. Del Vecchio, in seconda posizione nella classifica dei più ricchi d’Italia (dopo Silvio Berlusconi) e compreso nell’elenco dei più ricchi del mondo elaborato dalla rivista Forbes, dovrà restituire allo Stato italiano i tributi non versati relativi agli anni 1997 e 1998. E il suo nome allunga la lista degli illustri «tartassati», guidata da Valentino Rossi e Fabio Capello.
Il contenzioso con il fisco ha avuto inizio nel dicembre del 2006, quando gli accertamenti effettuati dall’ufficio di Belluno dell’Agenzia delle entrate furono notificati alla Schema partecipation holdings Gmbh, una società con sede in Germania, dove vige un regime fiscale che non prevede la tassazione delle plusvalenze e dei dividendi; nonostante la sede in Germania, alla società fu contestata l’elusione degli obblighi con il fisco italiano. Contro l’avviso di accertamento fu presentato ricorso presso la commissione tributaria provinciale di Belluno, che ha discusso il caso nell’udienza dell’ottobre 2007. Schema partecipation è uno dei «passaggi » finanziari della filiera personale di Del Vecchio: il quale «risulta essere socio titolare della Leonardo Finanziaria, socio unico della Leopart, socio unico della Leoinvest, socio della Schema Partecipation, ad della La Leonardo Finanziaria e ad della Leofin. Tutte le operazioni compiute dalla Leofin ed in particolare le acquisizioni e le sottoscrizioni di capitale delle società costituite, sono state realizzate unicamente con risorse messe a disposizione dalla capogruppo o direttamente dal Del Vecchio».
A gennaio del 2008 i giudici hanno dato ragione all’Agenzia delle entrate, stabilendo in una sentenza che la società riconducibile al presidente di Luxottica dovrà pagare 9,563 milioni di euro per quanto riguarda il 1998. Unasentenza analoga stabilisce che per il 1997 la somma da versare è pari a 10,870 milioni di euro, per complessivi 20,433 milioni. I giudici tributari hanno quindi rigettato tutti i rilievi presentati dalla controparte confermando la legittimità dell’operato dell’Agenzia delle entrate. In particolare la società dovrà versare nelle casse dello Stato 7,5 milioni di Irpeg, 2 milioni di euro di Ilor e oltre 11 milioni di euro di sanzioni, per un totale, appunto, di 20,4 milioni di euro.
Del Vecchio replica che «si tratta di una questione interpretativa di norme
internazionali con la Germania. La società tedesca ha comunque presentato ricorso e confida di chiarire la propria posizione ». La vicenda non riguarda né Luxtottica né Beni Stabili né le società da queste controllate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.