da Roma
Un dato sorprendente, quello mostrato dal pil americano nel primo trimestre. Professor Salvatore, si può dire che la recessione è stata evitata?
«In effetti - risponde Dominick Salvatore, professore di economia alla Fordham university di New York - è un dato sorprendente. Tutti si aspettavano una crescita negativa di circa mezzo punto nel primo trimestre, invece i dati mostrano una crescita dello 0,6%. Cè una differenza cospicua, di un punto circa. Per gli standard americani, una crescita dello 0,6% non è granché: ma siamo quasi certi che la recessione è stata evitata. Nella seconda metà dellanno la crescita ripartirà a un ritmo fra l1,5 e il 2%, non eccezionale ma abbastanza buono. Le Cassandre che prevedevano una recessione, non profonda ma lunga, sono state smentite».
Eppure il timore di una recessione - o di un rallentamento ai limiti della recessione - era diffuso. Che cosa è successo, a suo avviso?
«Di fronte a tre crisi - la crisi energetica, quella dei mutui e quella finanziaria - ci sono state risposte adeguate. Ha risposto la politica monetaria, con una forte espansione: i tassi sono scesi in maniera molto veloce, e oggi siamo al 2% contro uninflazione al 3%. I tassi reali sono dunque negativi, e questo significa una fortissima espansione. Questa settimana arrivano poi gli sconti fiscali a favore dei contribuenti decisi dallamministrazione Bush. Infine, il ribasso del dollaro ha consentito una crescita delle esportazioni del 3%. Le tre crisi avevano provocato brutte aspettative, le tre risposte hanno consentito alleconomia di reggere. Ora possiamo attenderci la ripresa».
Anche lindice pmi di Chicago segnala una ripresa di attività economica nel Midwest.
«È vero, ma non bisogna lasciarsi trascinare dalleuforia. La crisi degli immobili non ha toccato il fondo. Per fortuna i consumi, che rappresentano il 70% delleconomia, hanno retto. Anche la Borsa è ok, e non vedo allorizzonte unulteriore discesa del dollaro. Avevo detto che il cambio avrebbe toccato il fondo a 1,60 sulleuro, e ci siamo arrivati. Ora siamo a 1,55 e prevedo che a fine anno oscilleremo fra 1,45 e 1,50. Sul petrolio, vedo soprattutto una forte speculazione che vale 20-30 dollari al barile. Altri 20-30 dollari rappresentano il rischio terrorismo. Il prezzo che risulta dallincontro di domanda e offerta non supera i 70 dollari. Siamo molto lontani dai 200 dollari di cui parla lOpec».
Promossi Bernanke e Bush?
«La politica monetaria è stata quella giusta, e condivido anche il prestito per il salvataggio di Bear Stearns. Anche la politica fiscale è quella che il medico prescrive in questi casi, giusta nei modi e nei tempi».
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