Roma - Sulla concessione della semilibertà a Cristoforo Piancone (nella foto: in tribunale nel 1981), l’ex brigatista rosso arrestato per rapina, «si poteva anche valutare diversamente». Anche il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, per il quale si può anche discutere di modifiche alla legge Gozzini, salvaguardandone però lo spirito, critica la decisione di condedere la semilibertà.
Secondo Mancino, la decisione dei giudici poteva essere diversa perchè Piancone «è un terrorista che non si è mai pentito, e questo può porre dei problemi». Ma non si può partire da questo caso per passare dalle valutazioni positive a «una sorta di recriminazione» della legge GOzzini. Una legge che, ricorda il vicepresidente del Csm, «da parlamentare ho appoggiato perchè contiene principi condivisibili». Quanto alla questione della semilibertà, «va riferita caso per caso - sostiene Mancino - bisogna fare una valutazione sul detenuto e tener conto anche di rischi che si possono correre»; un compito affidato agli «esperti e allo stesso magistrato che adotta il provvedimento». Il loro giudizio può variare nel tempo: «Le condizioni in base alle quali viene concessa la semilibertà, si possono modificare, perchè l’uomo non è sempre uguale, i suoi comportamenti sono variabili». Per questo successive valutazioni possono in seguito «smentire il giudizio positivo che si è dato sull’adozione di un provvedimento».
Pisanu: "Gli irriducibili Br siano considerati pericolosi" "La semilibertà è prevista dalla legge. Dopo aver accertato l’esistenza dei presupposti, può essere concessa. È una valutazione che spetta al magistrato". Beppe Pisanu in una intervista al "Tempo" parla del caso Piancone e mette in guardia dal pericolo terrorismo. Il senatore di Forza Italia invita a non sottovalutare "la pericolosità di alcuni irriducibili terroristi" e sottolinea che "l’area dell’eversione c’è ancora, dentro le carceri e all’esterno". "Proprio per questo - rimarca l’ex ministro dell’Interno - terroristi irriducibili come Piancone dovrebbero essere considerati pericolosi a priori".
Gasparri: "La Gozzini è un ferrovecchio" «Verificheremo sul campo se davvero Mastella è disponibile a mettere in discussione la legge Gozzini. Per An questa normativa che concede in maniera automatica sconti di pena ai detenuti è superata da tempo. Andrebbe forse abrogata del tutto, ma riteniamo indispensabile escludere con immediatezza dai benefici i recidivi e coloro che hanno commesso crimini particolarmente efferati». Lo afferma in una nota Maurizio Gasparri, dell’esecutivo di An. «Caleremo subito le carte sul tavolo - aggiunge - con una nostra proposta di legge per stanare coloro che si indignano il giorno dopo fatti eclatanti, come il nuovo arresto del brigatista Piancone, ma che poi, passato il clamore, difendono leggi permissive. La legge Gozzini è un ferro vecchio da riporre in cantina».
Russo Spena: "Campagna di bugie" Sul fronte di Rifondazione invece si minimizza il caso Piancone, ridotto a un "caso isolato". La Gozzini insomma non va toccata. Parola del capogruppo di Rifondazione al Senato, Russo Spena: «La percentuale di detenuti che sfruttano queste misure per tornare a delinquere è minima e quasi fisiologica - scrive infatti l’esponente comunista - e tale, dunque, da attestare in realtà il pieno successo della Gozzini e non certo un suo fallimento». «L’attacco che viene mosso in questi giorni alla legge soprattutto da An ma anche da aree del centrosinistra - prosegue Russo Spena - è bugiardo e puramente strumentale».
Diliberto: "Gozzini? Una buona legge che ha funzionato" No dei Comunisti italiani alla revisione della legge Gozzini. Lo stop arriva dal segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, secondo cui la legge «ha funzionato». «È stata una legge - ha detto Diliberto, a margine di un incontro con i dirigenti e gli amministratori del partito - che ha garantito non solo il reinserimento di migliaia di detenuti nella società, ma ha anche garantito, negli anni ’70, la sicurezza della situazione carceraria. Prima di quella legge c’erano in continuazione rivolte nelle carceri». Secondo Diliberto dunque «la Gozzini, che è un patto con lo Stato secondo cui se ti comporti bene puoi ottenere uno sconto di pena, ha funzionato. Il caso del brigatista è una singola eccezione, ma un buon legislatore non legifera mai su una base di emozioni o di casi singoli, ma di ragionamenti a freddo».
L'Udc chiede di limitare la Gozzini per i reati gravi Una interpellanza al ministro della Giustizia e al ministro dell’Interno «per sapere ogni notizia sull’arresto a Siena del brigatista Cristoforo Piancone, sulle le ragioni per le quali gli era stato concesso il regime di semilibertà e per sapere le iniziative assunte per controllare i criteri e l'uso complessivo della legge Gozzini che si tende ad abusare nella sua applicazione» è stata presentata dai senatori dell’Udc Nedo Poli e Maurizio Eufemi. In particolare i due senatori chiedono al governo di chiarire la sua posizione in merito all’accertamento e la verifica dei presupposti previsti per l’applicazione della Gozzini, al rispetto di tutti i presupposti e dei requisiti formali e sostanziali che legittimano i benefici premiali; inoltre, sollecitano spiegazioni sulla relazione tra cooperative sociali e amministrazioni comunali nell’utilizzo della legge Gozzini.
Tra l’altro Poli ed Eufemi chiedono ai due ministri «se di fronte all’allarme suscitato nella opinione pubblica da questo gravissimo episodio che offende la memoria delle vittime del terrorismo e in particolare la famiglia Berardi» non si ritiene di «adottare un provvedimento di urgenza che limiti i benefici della legge Gozzini per taluni gravissimi reati».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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