Adalberto Signore
da Roma
A spiegare il paradosso è, paradossalmente, il verde Paolo Cento. Perché da una parte lemendamento sulla ex Cirielli presentato ieri alla Camera dallUdc ha lobiettivo dichiarato di rimuovere «eventuali profili di incostituzionalità» (lo dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi), ma dallaltra potrebbe aggravarli in maniera decisiva in quanto - spiega Cento ai microfoni di Radio Radicale - «lesivo del principio del favor rei». Insomma, la modifica al testo proposta dai centristi (che prevede che le nuove disposizioni sulla prescrizione non si applichino ai processi pendenti in Appello e Cassazione) non sarebbe affatto una mano tesa al Quirinale dopo le perplessità espresse da Ciampi a Berlusconi, ma più semplicemente lultimo atto di uninsofferenza verso la ex Cirielli di cui lUdc non ha mai fatto alcun mistero. Così, a una manciata di giorni dal voto decisivo di Montecitorio sulla legge che inasprisce le pene per i recidivi e riduce i tempi di prescrizione, la partita tutta interna alla Casa delle libertà resta ancora aperta. Con Forza Italia decisa ad approvare il testo così comè, An pronta a seguire gli azzurri, la Lega niente affatto interessata alla querelle ma disposta a «ingoiare anche questo rospo» in nome «del voto definitivo al Senato sulla devoluzione» in programma fra una decina di giorni (parole del ministro del Welfare Roberto Maroni) e lUdc che cerca ancora una volta di smarcarsi con un emendamento che in un colpo solo toglierebbe alla ex Cirielli il soprannome di «salva-Previti» (perché se passasse non sarebbe più applicabile al deputato di Forza Italia).
Della questione se ne discuterà a lungo questa mattina in un incontro tecnico tra Forza Italia e Udc. Le posizioni, però, restano lontane. A una pur fredda disponibilità del ministro per i Beni culturali Rocco Buttiglione («possiamo cambiare la nostra opinione solo se ci verranno fornite buone ragioni») fanno eco le parole di Erminia Mazzoni. «Se ci dovessero respingere il nostro emendamento senza addurre motivazioni tecniche - dice la responsabile Giustizia dellUdc - credo che avremmo delle difficoltà oggettive a votare la legge». Insomma, il rischio di una impasse è più che concreto, sia perché la materia è comunque oggetto di interpretazioni divergenti (alcuni giuristi sostengono la bontà dellemendamento udc, altri la sua incostituzionalità oltre che per il favor rei pure per la distinzione tra primo e secondo grado), sia perché lobiettivo dei centristi - questo dicono a via Due Macelli - sarebbe quello di procrastinare il più possibile il voto in Aula sulla legge. E sulla vicenda pesa anche latteso voto del Senato sulla riforma della legge elettorale. Berlusconi ha infatti dato mandato al responsabile Giustizia di Forza Italia Giuseppe Gargani di cercare una mediazione («spero che non finiremo in ospedale», dice tra il serio e il faceto il diretto interessato), ma sa bene che piuttosto che dissolvere la maggioranza sulla ex Cirielli facendo saltare anche il proporzionale è meglio mandar giù una modifica o, eventualmente, un passo indietro.
Sulla questione interviene anche Marcello Pera. «La legge salva Previti, come lha definita la pubblicistica, sta diventando una legge contro Previti e anche questo - dice ai microfoni di Sky - sarebbe altrettanto ingiusto». Sandro Bondi, invece, auspica «che la maggioranza ritrovi una posizione unitaria» perché, spiega il coordinatore di Forza Italia, «la ex Cirielli non è né a favore né contro qualcuno».
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