da Roma
I cattolici sotto assedio alzano le barricate nel tentativo di limitare i danni dellingresso dei radicali nelle liste del Partito democratico. La parola dordine che corre fra i teodem ma anche fra ex popolari e rutelliani è non cedere di un passo. Difesa del programma e del manifesto dei valori senza cambiare una virgola: i radicali dovranno accettare quanto è già stato deciso. Ma il vero problema è un altro: come spiegare agli elettori cattolici laccoppiata tra la senatrice Paola Binetti e il ministro Emma Bonino? Come far digerire la presenza di Marco Pannella?
Sotto lombra protettiva del cupolone Francesco Rutelli si sottrae alla polemica. Grazie al fatto che ormai è il candidato sindaco per Roma dichiara soddisfatto: «Mi occupo solo di ciò che accade allinterno del raccordo anulare». E con questo se ne lava le mani, evitando di attaccare il leader Pd Walter Veltroni per una scelta che lascia lamaro in bocca a tutta la compagine cattolica.
«I radicali non possono rappresentare unenclave dentro il Pd», osserva il senatore Luigi Bobba, lex presidente delle Acli. «Non ho alcun pregiudizio nei loro confronti ma le regole devono essere uguali per tutti - prosegue Bobba -. Scioglieranno il loro partito? Io apprezzo la Bonino ma esiste un problema di oggettiva incompatibilità e non possiamo diventare un caravanserraglio».
Proprio ieri il settimanale Famiglia Cristiana ha sfornato un sondaggio ad hoc, presentato come rappresentativo del mondo cattolico. Il 40 per cento degli intervistati dichiara che voterebbe uno schieramento che comprenda pure il Partito radicale. «Ma la domanda è stata fatta quando si trattava ancora di unipotesi astratta, ora è proprio la natura dellaccordo che suscita perplessità», replica Pierluigi Castagnetti. «Il nostro elettorato è davvero preoccupato: le mail che riceviamo ci chiedono spiegazioni e soprattutto rassicurazioni - aggiunge Castagnetti -. Limpatto è negativo e ricade tutto sulle nostre spalle: saremo noi a dover rassicurare i cattolici sul fatto che ci manterremo fedeli al programma e non tradiremo i nostri valori». Una cosa è certa, conclude Castagnetti: «Nessuna trattativa verrà riaperta, il programma e il manifesto dei valori restano quelli e i radicali dovranno sottostare alla nostra stessa disciplina».
Anche il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi, ha sentito il bisogno di mettere qualche paletto.
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