Maroni governatore, Formigoni ministro, Lupi sindaco, Moratti al posto di Tajani e il commissario europeo al posto di Marrazzo, presidente della Regione Lazio. Questo «domino» delle cariche istituzionali lombarde e italiane corrisponde al desiderio di Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano e parlamentare europeo del Pdl, che come al solito, quando si tratta di commentare le cose milanesi, non fa sconti a nessuno. In unintervista ad «Affariitaliani» Albertini parla delle sue preferenze. Secondo lui Maurizio Lupi «sarebbe un grande sindaco», il migliore, e il commento non sembra esattamente un complimento per il suo successore, Letizia Moratti, che in queste settimane è impegnata a tessere la tela della sua ricandidatura.
Ma non è solo sulle Comunali che il giudizio di Albertini si fa notare. Anche su temi di attualità amministrativa - come il Piano di governo del territorio - lex sindaco trova il modo di distinguersi dalla linea dellattuale Amministrazione, lanciando anche qualche frecciatina diretta a Palazzo Marino: «Noi labbiamo elaborato, però poi è rimasto fermo per tre anni. Ligresti? Forse si è spazientito...». E cè spazio anche per un giudizio articolato sulla moschea di Milano: «Prima di fare delle scelte cittadine localiste senza un quadro dinsieme gestito con una legge nazionale che regoli lintero settore - dice Albertini - mi sembrerebbe velleitario e anche pericoloso fare di testa propria». Giudizio critico anche sulla Moratti-politica: «Mi sembra molto sintonizzata con i partiti della sua maggioranza. Ha marcato, in questi ultimi tempi, più la sua appartenenza che la sua autonomia, come ha voluto fare in una prima fase.
Ex sindaco Il risiko di Albertini: «Maroni al Pirellone e Lupi sindaco ideale»
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