(...) E le istituzioni, che pure avevano annunciato che giammai avrebbero ceduto a una simile assurda richiesta, cedono, e riaprono. Provvisoriamente certo, nella settimana fra il 18 e il 22 dicembre, giusto il tempo di smaltire un po di fanghi in un sito che da un pezzo non ne può più ricevere, insomma. E dietro a precisi e severissimi dettami allazienda, ovvio. Primo punto: al Molinetto potranno andare solo i rifiuti oggi stoccati nel piazzale, verrebbe da dire e ci mancherebbe altro, ma vabbè. Va peggio con il secondo punto: lImmobiliare Val Lerone dovrà pagare gli stipendi agli operai, là dove sono questi ultimi a dover subire il perenne ricatto, sono in 26 e ancora non hanno visto un euro per ottobre e novembre. Ancora, lazienda dovrà versare una fideiussione a garanzia del completamento del canale di gronda. Il quale canale di gronda dovrà iniziare a veder la luce entro il 15 dicembre, e la Provincia, sia chiaro, il 18 andrà un po a vedere se le condizioni imposte sono state rispettate.
Ma che fine ha fatto la lettera con la quale, il 22 novembre scorso, il sindaco di Cogoleto Attilio Zanetti scriveva alla Provincia di non provarsi a riaprire il Molinetto perché «il rinnovo dellautorizzazione deve necessariamente essere subordinato al completamento dei lavori di sistemazione e ripristino del canale di gronda»? Carta straccia, e senza che Zanetti abbia in alcun modo protestato. E dovè finito lassessore allAmbiente di Cogoleto Roberto Pansolin che agli operai che, «inviati speciali» della Cgil, minacciavano di occupare il Comune se non fosse stata riaperta la discarica, rispondeva deciso: «Si portino pure le brande, io la discarica non la riapro?». Desaparecido, o meglio presente ma silente.
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