«Exploit Peugeot In Europa siamo il quarto marchio»

BolognaScorrendo i bollettini diffusi mensilmente dalle case automobilistiche si direbbe che la crisi delle quattro ruote è ormai acqua passata. La crescita continua dei mercati cosiddetti emergenti, quelli del Bric, nasconde tuttavia il risultato negativo registrato in Europa dopo la fine degli incentivi alla rottamazione e all’acquisto di vetture più ecologiche. Il Vecchio continente non è più strategico?
Lo chiediamo a Vincent Rambaud, numero uno di Peugeot, incontrato nelle scorse settimane al Motor Show di Bologna: già questo, forse, un segnale che l’attenzione per il mercato europeo, e in questo caso quello italiano, continua a essere alta. «Nella prima parte di quest’anno - risponde il top manager - Peugeot ha realizzato, globalmente, il miglior semestre della sua storia: un risultato al quale le nostre vendite in Europa hanno dato un contributo ancora decisivo permettendoci di passare dal 6° al 4° posto nella classifica continentale dei marchi».
Cina, Russia e Sud America sono però sempre più presenti nei vostri programmi futuri, con nuove fabbriche e nuovi modelli. Si costruiranno sempre meno automobili in Europa?
«Per quanto riguarda Peugeot assolutamente no. perché i modelli che realizziamo in Cina, la 408, in Brasile, il pick-up Hoggar, e in Russia, la 308, sono destinati alla vendita in quelle aree geografiche e non saranno mai reimportati in Europa: la chiave del successo è produrre veicoli adatti ai mercati in espansione, costruendoli in loco. La nuova 508, che lanceremo a marzo, verrà costruita anche in Cina, ma soltanto per quel mercato, mentre il cuore produttivo della nuova ammiraglia è la fabbrica di Rennes, dove circa la metà delle vetture costruite è destinata alla esportazione».
Nell’anno in cui celebra i 200 anni di attività industriale della dinastia Peugeot, la casa del Leone lancia il motto «Motion&Emotion»: quale dei due concetti pesa di più nelle vostre strategie?
«L’ideale equilibrio nel miscelarli e i nostri nuovi modelli, alfieri di un design molto incisivo, personale, e al contempo sempre più virtuosi sotto il profilo delle emissioni, ne sono l’esempio. Sopra tutti la 3008, per la quale stiamo già utilizzando la totale capacità produttiva di Sochaux, che a metà del 2011 scenderà in strada anche in versione Hybrid 4, (90 grammi/km di CO2 emessi) con trazione sulle quattro ruote».
Ibrido o elettrico, per la mobilità del futuro?
«Noi siamo pronti con entrambe le soluzioni; la piccola iOn a emissioni zero è già sul mercato, prima tra le europee, e ha già ottenuto importanti riconoscimenti, ma significativi risultati di vendita ce li aspettiamo dalla versione ibrida della 3008 che abbina l’alimentazione elettrica a un propulsore diesel».
La iOn, realizzata in partnership con Mitsubishi, è il frutto della politica delle joint-venture tanto cara a Peugeot.

L’accordo fra Fiat e Opel per la costruzione del futuro Combo con il marchio del blitz può incrinare la vostra collaborazione con il gruppo torinese?
«Lo escludo, perché la joint-venture nei veicoli commerciali funziona benissimo e lo dimostrano i dati di vendita del settore, basta guardare a quelli italiani che collocano Peugeot al secondo posto, prima tra le case estere, preceduta soltanto dal brand di casa».

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