L’amaro Grinta completa i “fab four” di Glep

Prodotto con ginepro, genziana, achillea, menta piperita, quassio, eucalipto, rabarbaro e altre botaniche segretissime e nel bicchiere profondo e affilato, è l’ultimo prodotto in ordine di tempo della azienda fondata sul lago di Orta da Luca Garofalo ed Ezio Primatesta, dalla qualità inconfondibile e dall’immagine rock and roll. Ci sono anche il vermouth rosso Vandalo, il bitter Spinto e il gin Fulmine

L’amaro Grinta completa i “fab four” di Glep
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Se fosse un attore sarebbe Marlon Brando in The Wild One. E l’amaro Grinta, in effetti, ha quella stessa energia ribelle che trapela sin dal nome. È intenso, coriaceo, praticamente invincibile. Dentro ci sono ginepro, genziana, achillea, menta piperita, quassio, eucalipto, rabarbaro e altre botaniche segretissime: radici, piante, erbe e fiori di montagna in singola infusione, poi mixate con alcolati in un processo artigianale che esalta ogni nota. Digestivo per definizione ma con vocazione da miscelazione, è un liquore di sostanza, profondo e affilato. In etichetta, un lupo della Tasmania. Estinto sì, ma non domato.

Dietro il lupo di Grinta – e dietro ogni bottiglia Glep – c’è una narrazione che mescola natura, design e una buona dose di fantasia. Il Vermouth rosso Vandalo ad esempio, è un vino aromatizzato elegante ma provocatorio, come Clint Eastwood in Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan. Prodotto con botaniche raccolte a mano sulle Alpi Occitane, gioca su una base morbida e speziata (china, garofano, vaniglia, rabarbaro, cacao…) e si presta tanto al pairing gastronomico quanto alla miscelazione. In etichetta campeggia una pantera lacustre con zampe di drago, reminiscenza delle leggende del Lago d’Orta.

Il Bitter Spinto, invece, è tagliente e disinvolto. Un infuso di erbe e radici dal finale amaricante poderoso, che sembra nato per stare in un Negroni. È rosso vivo, vivace anche nei tratti grafici, dove corre una lepre volante dalle orecchie di libellula. Botaniche principali: iperico, arancio dolce e amaro, genziana, quassio, cassia. Il resto – come da tradizione Glep – è top secret. Se fosse un attore sarebbe Steve McQueen in Bullitt.

Completa la gamma Fulmine, London Dry gin dallo stile elettrico, agrumato, verticale. Agrumi, ginepro, coriandolo, angelica, una base alcolica di grande qualità. Secco, pulito, con un guizzo sul finale che frizza sulla lingua – e infatti l’etichetta ritrae una tigre col fulmine sulla lingua. È il più premiato della linea (miglior gin d’Italia al World Gin Award 2023), ma anche quello servito nel babà di Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi. Se fosse un attore: De Niro in Raging Bull.

I prodotti Glep si fanno notare per la qualità – tutti artigianali, senza aromi sintetici, con botaniche locali – ma anche per la narrazione visiva. Le etichette non sono decorazioni: sono storie disegnate da Luca Garofalo, metà creativa dell’azienda, che con Ezio Primatesta (albergatore e ristoratore) ha fondato Glep Beverages nel 2018. Luogo d’origine: le sponde del Lago d’Orta, un microcosmo da fiaba tra porticcioli, borghi antichi e montagne silenziose. Lì, tra alambicchi di rame e sogni a occhi aperti, nasce un brand che prende la tradizione (il Vermouth, l’amaro, il gin classico) e la reinventa con spirito rock.

Non è solo estetica. La cura parte dalle materie prime: piante spesso raccolte a mano da raccoglitori locali, macerazioni lunghe, niente compromessi. La scelta è artigianale anche quando diventa scomoda. Ma coerente: ogni etichetta ha un tocco di rosso – colore guida del marchio, simbolo di passione e trasgressione – e ogni animale illustrato ha un legame con il territorio e la sua mitologia. Una sfida ai codici visivi del comparto spirits, sempre più standardizzati. Il risultato è una collezione di spiriti con forte personalità, che si muove fra territorio e immaginario, natura e punk. Si può bere senza pensarci troppo, o si può cercare il messaggio.

L’importante, dicono da Glep, è non smettere mai di sognare l’impossibile. Anche mentre si versa un amaro. (I prezzi consigliati: amaro Grinta 27,50 euro, vermouth rosso Vandalo 25, bitter rosso Spinto 25, gin Fulmine 40)

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