«Expo 2015, la crisi di governo non frena la corsa di Milano»

La crisi di governo non condizionerà la corsa per l’Expo 2015. «Non ci sono missioni internazionali annullate, tutto va avanti come previsto perché la candidatura di Milano è voluta da tutti». Rassicurazioni del sindaco Letizia Moratti, che le ha ricevute a sua volta nei giorni scorsi «dal presidente Romano Prodi e dal ministro Massimo D’Alema», che le hanno «confermato gli impegni già presi». Compresa la presenza dello stesso D’Alema, dei ministri Francesco Rutelli e Emma Bonino e del sottosegretario agli Affari esteri Patrizia Sentinelli a Milano lunedì e martedì prossimo, per i lavori del «Forum Expo Milano 2015». Quattro giorni in cui tirare l’ultima volata alla nomination milanese contro l’avversaria turca Smirne prima del 31 marzo, quando i 140 Paesi membri del Bureau des Expositions international sceglieranno con voto segreto la sede dell’esposizione universale 2015. Tra domani e martedì approderanno in città 180 delegati del Bie (la settimana successiva l’evento si sposterà a Smirne): si sono accreditati 94 sui 140 Paesi membri, «un record storico, non ci sono mai stati tanti accreditati al forum in altri Paesi» ha commentato ieri il segretario esecutivo del Comitato di candidatura Paolo Glisenti, riferendo ai capigruppo di Palazzo Marino nella riunione del Comitato istituzionale città di Milano. Preoccupati sul recente ingresso nel Bie di 42 nuovi Paesi di «area islamica», dunque più vicini a Smirne. «Sono entrati ormai da qualche mese - ha precisato anche la Moratti - e noi ci stiamo già lavorando». Glisenti ha espresso «soddisfazione per il lavoro svolto finora» e trasmesso ai capigruppo un cauto ottimismo sull’esito. Ha confermato che la crisi politica non avrà ripercussioni, perché la candidatura ha ricevuto sostegno bipartisan a livello nazionale e gli impegni finanziari (come per le Olimpiadi di Torino) sono già garantiti anche per il prossimo governo. Anche le 42 new entry nel Bie, sostiene, non per forza faranno pendere la bilancia dalla parte turca: c’è grande interesse da parte di alcuni di questi Paesi per il tema dell’alimentazione scelto da Milano e per la Borsa telematica agroalimentare e la Città del gusto, su cui il comitato punta molto. A pesare sul voto, dunque, potrebbe essere più l’interesse per la tematica che la questione geopolitica. Colta con segno altamente positivo anche la partecipazione al Forum di 7 ministri degli Esteri. Nonostante «l’anomalia dei nuovi membri, i rapporti economici tra Cina e Turchia - premette il capogruppo di Fi Giulio Gallera - Milano e il Paese hanno lavorato in modo eccellente, stiamo facendo tutto quello che si può fare. Se i metri di valutazione saranno trasparenti, la vittoria è in tasca».


Pessimista invece l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, che interpretato l’ingresso dei nuovi paesi nel Bie come «il frutto di un lavorio sotterraneo» di Smirne, denuncia «il rischio di un mercato nero dei voti che può inquinare l’ottimo lavoro già svolto da Milano e dal sindaco», e invita la Moratti a essere «ancora più abile, perché questa lotta non è combattuta ad armi pari». Sgarbi precisa che il suo «non è pessimismo ma preoccupazione perché è indubitabile che ci siano state azioni compiute fuori dalla legalità».

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