Sembra ormai quasi superfluo dirlo ma è ancora nulla di fatto per il via all’attività di Expo 2015. E crescono le richieste a Diana Bracco, presidente del consiglio d’amministrazione, perché faccia partire comunque le prime misure propedeutiche alle gare. Non è infatti necessaria la nomina di un ad perché il consiglio possa esercitare i poteri, che in questo momento per l’appunto non sono delegati ma nelle mani del cda. L’idea che si sta facendo strada è di spalmarli tra diversi esponenti del consiglio d’amministrazione.
Paolo Glisenti, l’uomo del sindaco nella società di gestione, non è stato nominato amministratore delegato neanche ieri sera, come chiede da tempo, proponendo una concentrazione di deleghe che - come è noto - non convince i soci prima ancora che il collegio dei sindaci. «Possiamo cominciare a lavorare anche senza avere un ad» la proposta arrivata dai revisori. Il rischio di essere accusati di inadempienza in assenza di provvedimenti è stato segnalato chiaramente soprattutto dal rappresentante di An.
Lo stop è arrivato all’inizio della seduta da Angelo Provasoli, rappresentante del governo nel consiglio d’amministrazione, che ha chiesto di posticipare l’attribuzione di poteri e di procedere a una ricapitalizzazione della società. Rivolto al presidente Bracco, ha chiesto di formalizzare in una lettera la richiesta a Palazzo Chigi perché l’Expo possa ottenere una diversa natura giuridica e fiscale, in grado di sveltire i lavori. L’obiettivo è appunto riuscire a inserire nel decreto milleproroghe alcune facilitazioni per l’attività della società. Nei fatti, ciò ha bloccato sul nascere qualsiasi discussione sull’attribuzione di deleghe a Glisenti. Non è un mistero che il collegio dei revisori sia convinto che i poteri chiesti da Glisenti (indizione delle gare, strutture societarie, indennità, nomine) costituiscano un sostanziale svuotamento delle competenze del cda.
La Bracco mostra ottimismo: «La riunione è stata positiva, abbiamo recepito le indicazioni dei soci di vedersi e concordare un’adeguata capitalizzazione per far partire da un punto di vista operativo la società». E spiega che «l’assemblea sarà convocata quando i soci avranno deciso». Il Tesoro, secondo la Bracco, «è il primo che si è reso conto della necessità di questa ricapitalizzazione e si sta muovendo in questa direzione». Positivi anche i commenti sulla riunione di mercoledì sera a Palazzo Chigi: «A Roma c’è stata una riunione importante. I ministri con il commissario del governo stanno lavorando moltissimo per le attività propedeutiche e parallele». Nessun timore nemmeno per il rispetto degli impegni internazionali previsto dal dossier di candidatura: «Il programma si sta svolgendo, abbiamo preso atto del dossier del Bie e penso che ci siamo».
Voci rassicuranti arrivano anche dal governatore, Roberto Formigoni, e dal sottosegretario alle Infrastrutture, Roberto Castelli. «Al momento, per quanto attiene la mia delega per le infrastrutture, tutto procede bene e secondo i tempi stabiliti, malgrado alcune criticità che sono in via di risoluzione» dice Castelli.
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