Ancora in salita la strada per l’Expo. Il prossimo mese, infatti, sarà fondamentale per la definizione dell’accordo di programma relativo ai terreni su cui sorgerà la manifestazione. I nodi da sciogliere sono ancora tanti e il tempo stringe: il Comune, con la spada di Damocle delle comunali di maggio, punta a chiudere la «spinosa» partita entro la fine di febbraio dal punto di vista tecnico. Solo incassando il via libera dei soggetti coinvolti entro marzo, infatti, riuscirà a consegnare le aree alla società Expo 2015 entro giugno, termine ultimo per rispettare lo stretto cronoprogramma previsto per i lavori.
L’accordo di programma, che vede coinvolti Comune di Milano, il Comune di Rho commissariato, Provincia, Regione e Poste Italiane, definisce le opere che verranno edificate sui terreni per l’evento e la riqualificazione successiva, che partirà nel 2018. Ma discutere l’accordo significa soprattutto discutere la variante urbanistica dei terreni, che si estendono su 1,1 milione di metri quadrati. E qui i proprietari, Gruppo Cabassi e Fondazione Fiera - come riportato dal Sole24Ore - hanno sollevato alcune osservazioni, o meglio i loro «desiderata» proprio in questi giorni. Tra i punti più importanti la richiesta del gruppo Cabassi - pare analoga a quella della Fondazione Fiera-: il 44% di aree che sarà restituito dopo l’evento, chiedono sia contiguo all’area del sito e di geometria regolare, ai fini dello sviluppo edilizio. I Cabassi chiedono anche la possibilità di realizzare medie superficie di vendita e non solo negozi di vicinato e l’estensione degli indici di edificabilità anche a piccole porzioni di terreno per potere guadagnare una volumetria complessiva maggiore.
Il gruppo ha sollevato anche delle osservazioni sulla Vas (Valutazione ambientale strategica), lo studio che valuta gli impatti ambientali di un’opera o di un piano urbanistico. Il documento solleverebbe dei dubbi sul cambio di destinazione delle aree, da agricole a edificabili, fissando anche limiti alle costruzioni per il post Expo: si chiederebbe più verde e una maggior concentrazione delle costruzioni per limitarne l’estensione.
Da ieri, invece, si conosce il nome di chi disegnerà i due assi portanti del sito: cardo e decumano saranno firmati dallo scenografo Dante Ferretti, oscar per The Aviator e Sweeney Todd. L’idea non è solo quella di organizzare la segnaletica, l’allestimento e le luci dei viali che attraversano il cuore del sito, ma di animarli con eventi, musica, artisti.
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