Expo, via libera della Regione E oggi tocca ai Cabassi dire sì

È il giorno del via libera all’Expo. Tocca alla Fondazione Fiera e alla famiglia Cabassi dire sì all’«immediata disponibilità» dei terreni sui quali si svolgerà la manifestazione del 2015, impegnandosi per la «compartecipazione finanziaria dei privati alla realizzazione delle opere di infrastrutturazione». A meno di colpi di scena, tutto lascia supporre che l’accordo sarà sottoscritto, mettendo un altro importante tassello al mosaico dell’Esposizione universale.
Letizia Moratti, supercommissario, incassa anche il sostegno politico della Regione. «Ringrazio il presidente Formigoni perché sicuramente il suo è un apporto fondamentale. Come sempre il gioco di squadra è la formula vincente» commenta il sindaco in modo che suona ironico, dopo mesi di estenuanti battaglie. L’aula del Pirellone ha approvato un ordine del giorno, votato da Pdl, Lega e Udc, per «garantire il proprio supporto al commissario straordinario». E il governatore, Roberto Formigoni, nel suo intervento, conclude: «Il sindaco è prima inter partes. Per questo abbiamo ritenuto di garantire il nostro supporto secondo le modalità preferite dal commissario».
Ma al di là dell’appoggio formale praticamente obbligato dai fatti, l’attenzione è tutta puntata sul dopo, lo scontro si è già spostato su quale sarà il futuro delle aree Expo e al Pirellone si continua a parlare di «esproprio». Formigoni non nasconde di ritenere ancora preferibile la via della newco, la società mista pubblico- privato. «Ci è sembrata e continua a sembrarci praticabile» aggiunge, sottolineando di non ritenere la partita chiusa, ma solo rinviata al momento della definitiva stipula dell’accordo di programma che deciderà il futuro delle aree.
Il caso Alfa Romeo, intanto, movimenta non poco la giornata politica. Il consiglio comunale di Rho, con il voto determinante della Lega e di qualche ribelle del Pdl, ha infatti respinto l’accordo di programma che prevede la trasformazione della destinazione d’uso dei terreni da industriale a residenziale e commerciale. In pratica, saltano il parcheggio e il centro commerciale previsti in vista dell’Expo e che erano stati decisi in sede politica. «La lega fa perdere a Rho una grande occasione» protesta il pdl Mario Sala, presidente della commissione Attività produttive.
Un segnale destabilizzante anche per gli accordi che riguardano il sito dell’Expo, come è noto ben più pesanti dal punto di vista economico e urbanistico. Il clima confuso, con la Lega che vota insieme alla maggioranza in Regione e si comporta da opposizione nei consigli comunali, toglie un po’ di credibilità anche alla variante urbanistica siglata il 16 settembre scorso a Palazzo Marino. In sostanza, non è facile essere sicuri che un’intesa sottoscritta da assessori e tecnici passi al vaglio dei consigli comunali.
«Esproprio» è una parola che non è ancora uscita dal vocabolario dell’Expo. L’aula ha anche votato quasi all’unanimità (con il sì del Pdl e l’astensione della Lega) un ordine del giorno del Pd in cui appunto non si esclude il ricorso all’«esproprio» e si chiede di istituire una sorta di organismo di vigilanza, «un collegio di personalità super partes» per garantire «gli interessi della collettività» e «la sostenibilità ambientale» delle «valorizzazioni» delle aree che ospiteranno l’Expo. In sostanza, il consiglio regionale cerca di dire la sua sul futuro del sito.


«È importante che le aree diventino di proprietà pubblica» dice Enrico Marcora, dell’Udc, che ha lavorato all’ordine del giorno comune con Pdl e Lega. E ipotizza di destinare il sito Expo a diventare la nuova sede del tribunale di Milano e a ospitare gli alloggi per le forze dell’ordine.

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