«Meglio tardi che mai». Agli assessori riuniti ieri pomeriggio in giunta, Letizia Moratti ha sfoderato un sorriso di soddisfazione per la fine del braccio di ferro sul decreto Expo. In realtà l’ultimo capitolo non è scritto: si tratterà di vedere se la nomina del suo fedelissimo Paolo Glisenti ad amministratore delegato andrà in porto, visto che già la struttura dell’amministratore unico voluta inizialmente dal sindaco si è trasformata in un cda allargato. E il nome di presidente e ad della società di gestione (la SoGe) non sono scritti nero su bianco nel decreto firmato mercoledì sera dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma rimandati alla definizione dello Statuto e al voto dell’assemblea dei soci. «Siamo felici che dopo una lunga attesa il decreto sia stato firmato», ha ammesso più tardi il sindaco. Non entra nei contenuti («sappiamo che è in registrazione presso la Corte dei conti, non l’ho letto») ma ringrazia il premier e il sottosegretario Letta e si dice «certa che avranno tenuto conto di tutte le osservazioni che in questi mesi sono state fatte sia dalle istituzioni locali che dal Ministero del Tesoro. Il risultato può sembrare sofferto, ma forse è migliore rispetto alla partenza». I tempi sono stretti, lo aveva ribadito due giorni fa il presidente del Bie Jean-Pierre Lafon, tanto da porre l’ultimatum del 2 dicembre oltre il quale Milano avrebbe rischiato di perdere l’Expo, ipotesi scongiurata dalla firma del decreto. E la Moratti ieri ha sottolineato che il 2015 «sembra lontano ma non lo è», dunque «la costituzione della società che lavorerà per l’evento arriverà entro un mese». Il sindaco, che è anche commissario straordinario, dopo sei mesi di pressing ora giustifica i ritardi di Berlusconi: «Devo riconoscere che il governo ha avuto emergenze significative, come i rifiuti di Napoli, Alitalia, e la crisi finanziaria internazionale» ed è anche «normale che in vista di un evento così eccezionale, ci siano stati momenti di riflessione nella costruzione di una governance senza precedenti. Col governo passato c’era già un lavoro avviato, questo ha dovuto prendere atto di un dossier di candidatura di 1.200 pagine e ha avuto la necessità di prendersi più tempo». A Filippo Penati che in mattinata si era detto preoccupato della mancata firma, ribatte che «è stato assolutamente smentito. Il presidente della Provincia prima aveva detto che c’erano altre priorità, oggi (ieri, ndr.) era preoccupato: o l’una o l’altra. Comunque sia, siamo felici che possa guardare in un’ottica positiva sia ai problemi della Provincia sia ai problemi collegati a Expo».
Prima di leggere il testo del decreto, regna comunque la massima prudenza. «Finalmente la vicenda si è conclusa - commenta Penati - è positivo che da un amministratore unico si sia arrivati ad un assetto che sulla carta garantisce maggiore collegialità nelle scelte legate a Expo».
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