Expo, tra Podestà e Formigoni volano gli stracci

Sul nodo delle aree si parlano ormai con note stampa al vetriolo La Provincia: "Ignora gli atti". Regione: "Vede un’altra realtà"

Expo, tra Podestà 
e Formigoni 
volano gli stracci

C’è posta per te. Uno scontro tra Palazzi che non si vedeva da tempo. Mica retroscena o indiscrezioni magari esagerate dai giornali, quella tra Regione e Provincia è una guerra a colpi di comunicati stampa diffusi su ufficiale carta intestata. Tanto che il pensiero, anche perché ancora di due amministrazioni del centrodestra si tratta, corre ai famosi duelli tra il sindaco Gabriele Albertini e l’allora numero uno di Palazzo Isimbardi Ombretta Colli, oggi senatore. Il tema è quello delle aree di Rho-Pero su cui dovrà sorgere l’Expo. Aspro, perché i punti di vista sono opposti, con la Regione che spinge per l’acquisto tramite una newco a intero capitale pubblico che dopo il 2015 si dovrà occupare della edificazione della zona, mentre Provincia e Comune sono per il diritto di superficie ceduto al prezzo simbolico di un euro da Fondazione Fiera e Gruppo Cabassi, i privati che in cambio otterrebbero i diritti volumetrici per costruire a manifestazione finita. A far precipitare risentimenti e rancori, probabilmente covati per giorni, il comunicato dell’altra sera con cui il presidente Guido Podestà ricordava al Pirellone che "l’essenza dell’Expo non è immobiliare". E, rinfocolando la polemica sui possibili vantaggi che i privati ricaverebbero dall’operazione di acquisto, provocava la Regione: "Mi piacerebbe vedere tutti gli accordi di programma che hanno fatto in questi anni e calcolare vantaggi e svantaggi".
Ieri mattina, a freddo, la replica. "La Regione ha pazientemente spiegato a Podestà e ai suoi valenti collaboratori che c'è una differenza fondamentale tra gli Accordi di programma fin qui firmati dalla Regione e quello che qualcuno ipotizza per Expo". Non basta. "Tutti gli Accordi di programma firmati dalla Regione in questi 15 anni partono dal presupposto di un investimento fatto da privati, in grado di riqualificare il territorio. Invece, l'Accordo per Expo è esattamente l'opposto: il territorio è riqualificato da un forte investimento pubblico (1 miliardo di euro) del quale beneficerebbero anche i privati". Poi, ricordano di come la Regione vigili sui favori concessi ai privati, l’invito a Podestà ad "attestarsi su questa posizione di alto profilo istituzionale".
La risposta a strettissimo giro di posta. "Nel corso della riunione - si legge nella nota ufficiale di replica - la Regione Lombardia ha spiegato al presidente della Provincia, Guido Podestà, e ai suoi "valenti collaboratori" la differenza esistente fra gli Accordi di programma firmati dalla Regione in questi ultimi 15 anni e quello proposto per Expo da parte del Comune di Milano. Il presidente Podestà e i suoi "valenti collaboratori" hanno ascoltato con grande pazienza. Hanno, però, avuto un soprassalto di incredulità quando hanno scoperto che i vertici della Regione ignoravano del tutto atti assunti da parte del Comune che, per ammissione della stessa Regione, mutano completamente lo scenario sin qui considerato dalla stessa". E l’assicurazione che Podestà "ha sempre tenuto un alto profilo istituzionale".
Alla Provincia replica ancora la Regione.

"Forse il presidente Podestà e i suoi valenti collaboratori hanno partecipato ad un’altra riunione perché la descrizione che ne fanno è del tutto lontana dalla realtà. La Regione invece non dubita che il presidente Podestà abbia sempre tenuto un alto profilo istituzionale ed è sicura che continuerà ad averlo non solo nella vicenda delle aree Expo".

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