Quindici, sedici incontri al giorno. Solo lunedì prossimo Letizia Moratti dichiarerà «les jeux sont fait». Ma fino a quando, tra cinque giorni, i 147 membri del Bureau international des Expositions non si raccoglieranno per votare tra Milano e Smirne chi ospiterà l’Expo 2015, ogni momento è buono per stringere gli ultimi accordi e convincere i Paesi ancora indecisi.
Il sindaco ha trasferito il suo quartier generale al Saint James, a Parigi. La scaramanzia impera, ma tra i segnali positivi c’è l’ingresso di sette nuovi Paesi aderenti al Bie solo negli ultimi venti giorni (Sudan, Libia, Georgia, Azerbaijan, Eritrea, Ruanda e ancora ieri il Burundi), e quattro sono dichiaratamente a favore dell’Italia. Per conquistare consensi Milano prende i delegati anche per la gola: ieri, accompagnata dal sottofondo musicale di Paolo Conte e la sua orchestra, il Comitato per l’Expo ha organizzato una cena di gala al Museo del Louvre, dopo una visita alle collezioni d’arte italiane con un Cicerone d’eccezione, il critico e assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi. Venerdì, «Food e design» si sposeranno a 110 metri d’altezza con la cucina dal vivo di Carlo Cracco e i grandi vini illustrati da Luca Maroni sulla Grand Arche à la Defense. Per la grande serata finale di domenica mancano solo i fuochi d’artificio, ma all’Opèra l’«Italian Lifestyle» sarà rappresentato dalla sfilata d’abiti di Ferrè e dalla musica dal vivo di Elisa. Poi, occhi puntati alla votazione di lunedì, che avrà inizio intorno alle 16.30.
A partire dalle 14.30, prima Milano e poi Smirne avranno mezz’ora di tempo ciascuno per presentare l’ultima volta il dossier della candidatura ai membri del Bie: a Parigi, l’Italia sfodererà due assi del calcio come Kaka e Seedorf, la voce di Andrea Bocelli e in diretta da Milano l’inquadratura sarà puntata sui volti di 2mila bambini - quella che è stata già soprannominata la «Generazione Expo» - che seguiranno l’evento su maxischermo al Teatro Ciak. «Stiamo lavorando con tutti i delegati del Bie presenti a Parigi - spiega il segretario esecutivo del Comitato organizzatore per Milano Expo 2015, Paolo Glisenti - sia per consolidare gli appoggi che abbiamo creato ovunque in un anno e mezzo di missioni internazionali (e che sono in corso tuttora), sia per rafforzare i contatti con chi ancora deve decidere per chi votare». Dalla propria parte Milano conta «un’ampia maggioranza di Paesi a favore in Europa, un larghissimo consenso in centro e Sudamerica, un ottimo favore nel Paesi del Golfo e asiatici e un buon grado di consenso in Africa». La cautela sull’esito finale è comunque d’obbligo, Glisenti non nasconde però la soddisfazione sia per «la qualità del progetto, che ci è stata riconosciuta in modo unanime» sia per «il lavoro politico intorno alla candidatura».
Lunedì a Parigi accanto alle istituzioni locali - il sindaco Moratti, il governatore Roberto Formigoni e il presidente della Provincia Filippo Penati - saranno presenti sia il premier Romano Prodi che il ministro degli Esteri Massimo D’Alema. Il sostegno bipartisan alla candidatura è stato fin dall’inizio un elemento vincente, «è stato colto molto bene dai Paesi stranieri, non hanno mai messo in discussione la continuità del sostegno anche se ci sarà un altro governo». A Parigi sono volati anche i rappresentanti del mondo delle imprese: oltre al presidente di Assolombarda Diana Bracco ci sono la Camera di commercio, Fiat, Eni, Finmeccanica, A2A, Edison. L’Expo, conferma Glisenti, «ha bisogno della totale partecipazione del sistema delle imprese e del commercio».
Anche l’incognita sul futuro di Malpensa dopo Alitalia non dovrebbe pesare sul voto: «Non è stato colto come un problema, tutti sono convinti che indipendentemente da Alitalia l’aeroporto è destinato ad avere nei prossimi anni un importante sviluppo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.