Expo punta sui turisti: restauri in corso nei casali di campagna

Cento cascine per Expo. In mezzo alla campagna ma non più lontane di un’ora di auto da Rho e Milano. Residenze immerse nel silenzio e con un tocco bucolico «all’italiana». Ecco dove potranno alloggiare turisti e uomini di affari nel 2015. La macchina per restaurare le case di campagna è già in movimento e per Expo sarà tutto pronto per offrire un’alternativa agli alberghi e ai residence. «Approfittiamo di Expo - spiega Alessandro Belgiojoso, promotore del progetto - per lasciare alla Lombardia un patrimonio turistico che rimarrà nel tempo». Per realizzare i restauri occorrono finanziamenti pari a 120 milioni di euro, tra finanziamenti pubblici e investimenti dei privati che intendono restaurare il vecchio casale di famiglia per ricavarne un bed and breakfast. I costi per la ristrutturazione si aggirano sugli ottocento-mille euro al metro quadrato e già si fanno i conti sui ricavi: ogni cascina è in grado di guadagnare circa 320mila euro l’anno. Entro l’estate il comitato che sostiene l’iniziativa presenterà il progetto al sindaco Letizia Moratti e al consiglio di amministrazione di Expo. Finora hanno aderito al gruppo una settantina di cascine, tra il Varesotto, il Comasco, l’Oltrepò pavese, l’alta Lomellina, il Novarese. Si pensa di realizzare strutture semplici ma eleganti, con una media di 20 camere a cascina e un totale di duemila posti letto. Prezzo medio per una notte più colazione: 40 euro, non di più. «Stiamo già prendendo accordi con il Touring club - aggiunge Belgiojoso - che darà il patrocinio all’iniziativa e segnalerà la presenza delle cascine sulle guide turistiche. Gli studenti della facoltà di architettura del Politecnico ci aiuteranno con lo studio dei restauri. Ovviamente staremo ben attenti a evitare gli speculatori». Il comitato è formato da un gruppo di professionisti: avvocati, architetti, paesaggisti. Obbiettivo: portare in Lombardia un tipo di turismo nuovo, quello della campagna, e dimostrare ai turisti che passeggiate a cavallo e colazioni in mezzo al verde ben si conciliano con appuntamenti di affari in fiera e impegni di lavoro. «Vogliamo recuperare un patrimonio storico importante e far riscoprire anche ai milanesi l’abitudine ad andare fuori città nel fine settimana senza masticarsi ore ed ore di viaggio. Il sabato e la domenica in cascina sono alla portata di tutti e permettono di scoprire angoli di natura meravigliosi a un passo da casa». Le cascine restaurate si proporranno anche come location per eventi, feste e riunioni, proprio come le sale convegni degli alberghi in pieno centro a Milano. E, neanche a dirlo, si creeranno anche vari posti di lavoro: oltre a dare un’opportunità nuova ai proprietari dei vecchi casali abbandonati, troveranno occupazione camerieri, cuochi e hostess. In attesa dell’onda dei 70mila turisti previsti per il 2015 ci si organizza al meglio: per ora sulla carta, tra pochi mesi con l’apertura dei primi cantieri.

Durante i prossimi incontri il comitato del progetto «Cento cascine» cercherà anche di analizzare e risolvere alcuni punti deboli del piano. Ad esempio il problema della distanza dalle reti dei trasporti pubblici e il tema degli investimenti che ogni singolo proprietario è chiamato a mettere in campo.

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