Expo, sul nodo dei terreni rischia di impantanarsi anche la messa del Papa

La partita per le aree di Rho-Pero dove sorgeranno i padiglioni dell’Expo si riapre. E a rischiare, oltre alla manifestazione universale del 2015, ora è anche la messa che nel giugno del 2012 il Papa dovrebbe celebrare al termine della giornata mondiale della famiglia. Ma i soci, e soprattutto i Palazzi della politica, non riescono ancora a sbrogliare il rebus. Con la decisione di puntare sul comodato d’uso, ovvero sull’utilizzo gratuito in cambio dei diritti a edificare concessi ai privati, che potrebbe essere clamorosamente capovolta. Annullando la scelta di cinque mesi fa quando, dopo un’estate di discussioni, l’alleanza tra il sindaco Letizia Moratti e il presidente della Provincia Guido Podestà aveva avuto la meglio sulla proposta del governatore Roberto Formigoni di costituire una nuova società a capitale pubblico per acquistare i terreni. E soprattutto gestire l’urbanizzazione post 2015. Ora sembra sia tutto da rifare. «Siccome questo tema è dibattuto da un anno e mezzo - ha detto ieri l’amministratore delegato Giuseppe sala -, suppongo che non sia un ricominciare da capo, qualunque debba essere la soluzione». Questione di soldi, con le casse di Provincia e Camera di commercio che piangono e il governo che centellina i finanziamenti. Anche se i 25 milioni di euro per opere e gestione della società stanziati mercoledì a Roma sono stati una bella boccata di ossigeno.

«Noi non abbiamo mai escluso la NewCo - ha detto ieri la Moratti, avvicinandosi per la prima volta all’ipotesi Formigoni - Continuiamo a tenere aperte tutte le strade, naturalmente nel rispetto dei tempi perché su questo non possiamo venire meno».

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