Expo, superpoteri alla Moratti e terreni in prestito

Firmato il decreto della presidenza del Consiglio. Nella notte vertice in casa del sindaco con Podestà e Formigoni: sì al comodatoper le aree

Expo, superpoteri alla Moratti e terreni in prestito

Alea iacta est, la decisione è presa. Così ieri sera il sindaco e commissario straordinario di Expo Letizia Moratti, il presidente della Provincia Guido Podestà e il governatore Roberto Formigoni hanno scelto la via del comodato d’uso per acquisire le aree su cui dovrà sorgere l’Expo.
Bocche cucite all’uscita del vertice notturno a casa del sindaco Letizia Moratti, ma questa sembra la soluzione definitiva: «Siamo vicini» aveva già detto in mattinata il governatore. In serata Podestà ha confermato: «Abbiamo trovato la soluzione che tutti condividono». I privati, Fondazione Fiera e Gruppo Cabassi, dovrebbero concedere «in prestito» i terreni di loro proprietà, in cambio del solo diritto di superficie di 1 euro, fino al 2016. Terminata l’esposizione universale, i terreni, che nel frattempo avranno cambiato la destinazione d’uso da agricola a edificabile, torneranno nelle mani dei legittimi proprietari, con un valore moltiplicato. Il motivo della scelta? Le difficoltà economiche degli enti locali, che non hanno la possibilità di comprare le aree - nonostante la disponibilità del presidente della Regione che si era offerto di coprire le quote di Comune e Provincia - e perché così era stato deciso nell’accordo di programma del 2007.
Nel frattempo Letizia Moratti ieri pomeriggio è diventata ancora più potente, vestendo i panni del Bertolaso dell’Expo: è arrivata, infatti, nel tardo pomeriggio la lettera sul tavolo della lady di ferro con cui la presidenza del consiglio, tramite il decreto di venerdì scorso, le conferisce poteri straordinari simili a quelli che sono in capo alla Protezione civile. L’ordinanza, infatti, «autorizza il sindaco a usare tutti i provvedimenti necessari per entrare nella disponibilità delle aree previste nel dossier e nei tempi richiesti dal Bie». Facoltà, che non sono nella disponibilità del primo cittadino né del commissario straordinario, preziosi per poter dichiarare «la pubblica utilità delle aree e l’indifferibilità di urgenza anche se non inclusa negli atti programmatici del Comune di Milano». Non solo, Letizia Moratti ora aveva un’arma in più da mettere sul tavolo delle trattative: poteri che le consentono di velocizzare le pratiche per la realizzazione delle infrastrutture di Expo, saltare passaggi dell’iter burocatico, affidare direttamente alcune opere per stringere i tempi.
Ieri sera intorno al tavolo si sono riproposti gli «schieramenti» di partenza, con il sindaco, commissario straordinario Letizia Moratti alleata con il presidente Podestà nel sostenere la strada del comodato d’uso e il governatore schierato sul fronte dell’acquisto dei terreni, tramite una Newco. Per rafforzare l’asse di ferro in mattinata si sarebbe tenuto un vertice «segreto» tra la lady di ferro e il numero uno di palazzo Isimbardi per affinare la strategia d’attacco: il tempo stringe - il 19 Milano dovrà presentarsi davanti al Bie per la registrazione del dossier di candidatura - la via dell’acquisto, affidata in maggio alla regione, si è verificata non percorribile, mancano soldi in cassa e l’accordo di programma del 2007 ha stabilito così.
Così sembra che il presidente Formigoni, volato a Roma per discutere con i colleghi della altre regioni e il governo della riforma federalista, avrebbe cercato una «sponda» romana per sostenere la sua tesi.

Così anche ieri sera il governatore avrebbe provato nuovamente a spiegare le ragioni che lo spingono a sostenere l’ipotesi considerata «migliore e che offre più garanzie». Ma lo scontro ha trovato una sintesi nella mani del sindaco: «Spetta al commissario decidere».

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