Esportazioni e ordini esteri resistono, di fronte alla negativa fase congiunturale del secondo semestre 2012. È però sempre più necessaria una strategia complessiva per la crescita dell'economia. Su Dossier ne parla Carlo Alberto Roncarati, presidente di Unioncamere Emilia Romagna. «In questa regione si è affermato un modello, fondato sull'imprenditorialità diffusa, con le radici sul territorio ma aperto alla globalizzazione. Il valore aggiunto prodotto, le esportazioni realizzate e il Pil sono superiori alla media nazionale, grazie a un tessuto composto da circa 430mila imprese attive - spiega Roncarati -. Questi anni di crisi hanno messo a dura prova la solidità del sistema produttivo, ma credo che questo modello, in cui modernizzazione e benessere si realizzano nella coesione sociale, sia ancora valido. Per la grande vitalità che continua a produrre, nonostante tutto, imprenditori nuovi nel pensiero, nelle motivazioni e negli ideali. In secondo luogo, per la capacità di reagire con successo alle difficoltà che tante imprese hanno saputo dimostrare, riorganizzandosi all'interno dell'azienda e nei rapporti con gli altri soggetti economici. Coerentemente con una visione di medio-lungo periodo, queste imprese investono nella struttura e nell'organizzazione con particolare attenzione alla formazione e al benessere, inteso come soddisfazione, dei dipendenti».
Secondo Roncarati, «un'impresa aperta al mercato globale è spinta a innovare. L'internazionalizzazione e l'innovazione sono leve decisive. La pressione competitiva che devono affrontare le aziende più innovative impegnate ad acquisire quote di mercato all'estero spinge, a sua volta, a intensificare il ritmo delle innovazioni di prodotto e di processo, alimentando un circuito virtuoso.
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