F1, la Red Bull sbanca con Webber e Vettel la roulette di Montecarlo

Doppietta della Red Bull sulla pista toboga di Montecarlo: primo Mark Webber, secondo il compagno di squadra Vettel, terzo Kubica con la Renault. Massa finisce quarto. Alonso re dei sorpassi infiamma il Principato: parte ultimo, si piazza sesto ma la posizione è sub judice

F1, la Red Bull sbanca 
con Webber e Vettel 
la roulette di Montecarlo

Monaco - Doppietta Red Bull, dominio di Mark Webber e Sebastian Vettel, podio per la Renault di Robert Kubica, quarto posto senza infamia e senza lode per la Ferrari di Felipe Massa. Soprattutto grande "remontada" di Fernando Alonso, partito ultimo dalla pit lane e arrivato settimo per colpa di una zampata illecita del vecchio leone Michael Schumacher, che a 200 metri dalla fine ha approfittato dalla sbandata e lo ha superato, ma in regime di safaty car, e dunque manovra proibita. L'episodio è finito sotto investigazione da parte dei commissari di pista.

Il risultato è che Webber e Vettel volano in testa al Mondiale a 78 punti e Alonso è terzo davanti a Button che resta a 70, Massa si avvicina a 61. E la Ferrari scavalca la McLaren nella classifica costruttori, ma la Red Bull la scavalca a sua volta con 146 punti. Il primo cambiamento di scenario al via: uno start perfetto quello di Webber, un po' più problematico quello della Renault di Kubica, e Vettel ne ha approfittato per superare il polacco. Manovra tentata, ma non riuscita, anche da Massa, rimasto quarto davanti a Hamilton, Barrichello e Schumacher. Subito dopo, nel tunnel, ad altissima velocità, la Williams di Hulkenburg è andata dritta, sfasciandosi.

Alonso, partito dalla pit lane per non aver fatto le qualifiche dopo l'incidente nelle libere, ha approfittato della safety car per rientrare ai box e fare il cambio gomme (genialmente era partito con le morbide, per approfittare di circostanze del genere e andare in fretta sulle dure), obbligatorio per un teorico tentativo di andare in fondo alla gara senza ulteriori soste per una rimonta dalla pit-lane. Un aiuto è venuto da Jenson Button, il leader del mondiale, 3 punti in più al via sullo spagnolo, tradito dal motore Mercedes della McLaren. Dopo tre giri la safety car è uscita.

Dalle retrovie Alonso ha cominciato la rincorsa, trovando troppe resistenze (e con la mano l'ha mandato a quel paese) da di Grassi della Virgin, superato con una staccata ritardata al decimo giro. Trulli ha invece lasciato strada allo spagnolo. Da brividi il sorpasso su Glock alla 15/a tornata. Da applausi quello su Kovalainen. Al 22/o giro, approfittando delle soste altrui, era già in zona punti, decimo, e al 23/o ottavo.

Massa invece dopo la sosta si é trovato davanti Kobayashi, che lo ha rallentato. Il risultato ha messo lo spagnolo a due secondi di distacco dal brasiliano. Poi Kobayashi è stato superato da due ferraristi (quarto e sesto) e da Hamilton, al giro 26. Quindi un incidente a Barrichello al 32/o passaggio dal traguardo (nervosamente il pilota ha gettato il volante sulla pista, "per la fretta di uscire") ha riportato in pista la safety car.

Il gruppo si è ricompattato, con Alonso a soli 7" da Webber, ma in situazione oramai "congelata". Poi, per la terza volta, è rientrata la safety car per il cedimento di una caditoia delle acque alla curva 3. La gara è avanzata nell'attesa di sempre possibili colpi di scena. C'é stato con l'incidente tra Trulli e Chandhok, spaventoso, con la Lotus che ha rimbalzato sulla Hrt, senza causare feriti. Quarta volta per la safety car per gli ultimi giri di corsa da percorrere in colonna, lentamente, fino alla fine. Eppure succede l'impossibile, Alonso che perde la macchina a 200 metri dalla fine e il vecchio Schumi che ne approfitta e gli scippa la sesta piazza.

Peccato, "remontada" sciupata.

Ma poi emerge il regolamento: prima di poter superare, dopo l'uscita della safety car, le macchine avrebbero dovuto superare il traguardo. E' questo che ha salvato Alonso. Sarebbe stata una brutta figura finale dopo una gara entusiasmante. Per il sesto posto ora la parola passa ai giudici della Fia.

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