FABIO CONCATO Denunce del musicista tenero

All’Auditorium il cantante che con «Oltre il giardino» ha dato voce a un uomo che ha perso il lavoro

Dell’ironia e del garbo ha fatto la sua bandiera. Le sue canzoni fuggono dalla banalità puntando sulla semplicità, su un rutilante cocktail di ritmi swing, melodia italiana, profumi sudamericani, aspersioni blues e jazz: il tutto condito dai sapori della ballata mediterranea. Breve ritratto di Fabio Concato che, tra humor ed elegia, stasera ripropone i cavalli di battaglia del suo repertorio all’Auditorium di Largo Mahler. È uno che non molla mai Concato, uno che sembra dire «scusatemi se canto», che arriva in punta di piedi ma poi lascia il segno con canzoni fatte col cuore e non con i muscoli. Canzoni come A Dean Martin - ballata quasi cabarettistica con quel testo pungente e le parole strascicate da finto americano - che nel 1977 lo ha fatto conoscere al grande pubblico. E poi brani come Una domenica bestiale, che lo portò per la prima volta a veleggiare nei piani alti delle classifiche, poi diventata una piacevole consuetudine. Lo chiamano «il musicista senza rabbia», definizione che in un certo senso lui approva. «I miei testi sono chiari, so quello che dico e spesso lo dico molto seriamente. Però non uso la musica per aizzare o esasperare la gente. Amo la musica melodica che esprima concetti chiari e questo paradossalmente è molto trasgressivo. Sono sempre quello di trent’anni fa, con la consapevolezza di avere un mio pubblico ma senza puntare a raggiungere milioni di persone». Naturalmente c’è anche la riflessione e la malinconia nelle sue canzoni; Gigi dedicata al padre è l’esempio più eclatante ma anche Oltre il giardino, il pezzo dell’ultimo Sanremo, è il grido di denuncia di un uomo di mezza età che perde il lavoro. Al Festival (non è la sua ribalta preferita ma ogni tanto ci fa una capatina, come nel 2001 quando presentò Ciao Ninìn dedicata alla moglie)è stato molto appezzato dal pubblico e dalla critica, così come il recente doppio antologico, appropriatamente intitolato Oltre il giardino, che è la vera summa della sua lunga ma non prolissa carriera. «Non sono iperproduttivo, non ho l’angoscia di incidere e vendere dischi e, lo dico con grande umiltà, preferisco seguire le mie regole piuttosto che quelle del mercato».


In scaletta stasera tutti i brani che il pubblico s’aspetta, da quelli citati a Fiore di maggio a Guido piano, da Sexy tango ai brani scritti per sostenere Telefono Azzurro e i bambini del Terzo Mondo.
Fabio Concato
stasera ore 21
Auditorium
ingresso 35-30-25-20 euro

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