Cronaca locale

Fabio Volo: «Sui Matrimoni sono politicamente scorretto»

«Il rischio era che finisse in un gelo totale», dice Nina Di Majo regista della commedia dolce amara «Matrimoni e altri disastri», da ieri in sala a Milano, dove è stato ufficialmente presentato. «Se fosse stato ambientato a Milano - continua Majo - sarebbe stato sicuramente diverso», parlando del film e dei rapporti tra i componenti della famiglia borghese, intellettuale e autoreferenziale, e il fidanzato della figlia minore, ragazzo provinciale che si è fatto da solo. «Più caotico e più nevrotico - aggiunge - e i personaggi diversi, forse industriali o imprenditori, considerati anche gli intrecci sentimentali e di vita dei protagonisti». Il film è interpretato da Fabio Volo, l'attore e scrittore bresciano nel ruolo di Alessandro, futuro sposo di Beatrice (Francesca Inaudi), da Margherita Buy, nei panni di Nanà, sorella maggiore di Bea, insegnante di italiano e super single alla ricerca di solitudine, e da Luciana Littizzetto, Benedetta, donna sola con un figlio, amica di Nanà, con cui gestisce una libreria.
«Il mio personaggio mi è molto piaciuto - dice Fabio Volo - perchè mi ha permesso di dire cose politicamente scorrette e non sentirmi mai in colpa». Lo sfondo di questo racconto - che porta sullo schermo una storia familiare, tra inganni e sentimenti contrastanti - è invece la campagna toscana che ha come «accolto» le disarmonie esistenziali dei personaggi, ammorbidendo i toni di una scampata tragedia. Più che di matrimoni, in realtà si parla, con toni semiseri, di disastri, intimi e familiari che sfociano poi nel matrimonio, l'unico che si celebrerà tra la commozione di tutti, tra Bea e Alessandro. Il giovane, sempliciotto e un po' ignorante, durante i frenetici giorni della preparazione delle nozze, che paradossalmente trascorre con la cognata Nanà, troverà numerosi punti in comune con la donna, impegnata e inizialmente scostante. «Ho fatto questo film per esorcizzare la paura, il dubbio e il desiderio del matrimonio - dice Nina Di Majo - e penso di essere riuscita a comunicare il mio auspicio di trovare un'armonia, una risoluzione di tutti i problemi contro la violenza che potrebbero scatenare sentimenti più forti, legati a fatti accaduti nella storia». La borghesia toscana è sembrata alla regista la più rappresentativa di una certa parte d'Italia per esprimere il netto contrasto tra due mondi, insieme anche alla conoscenza del luogo, i natali della stessa Margherita Buy (l'attrice è nata a Pistoia) e un gran numero di amici toscani che hanno popolato il set. Una location quindi rappresentativa dell'Italia dei nostri giorni, sospesa tra la natura e le solitudini dei protagonisti.

Forse lontani dai ritmi frenetici della metropoli lombarda, ma con gli stessi dubbi ,solitudini, tristezze e speranze.

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