Massimo Restelli
da Milano
Rimosso il «tassello» Bnl, Monte dei Paschi prova a reinserirsi nel gioco a incastro del credito. Rocca Salimbeni prenderà «parte allinevitabile consolidamento» di un sistema frantumato in 700 attori, ha detto il presidente Pier Luigi Fabrizi sottolineando che Siena «valuterà le diverse opzioni quando sarà il momento» salvaguardando la propria «indipendenza». Segnali raccolti da Piazza Affari dove, mentre gli altri istituti prendevano respiro dopo lo scatto della vigilia, Mps ha inanellato un altro rialzo del 2,33% affiancandosi allo sprint messo a segno da Bpi (più 2,73%) dopo una sospensione per eccesso di rialzo tra scambi per il 7,2% del capitale; bene anche le controllate Reti Bancarie (più 3,7%) e Bipielle Investimenti (più 2,19%).
Malgrado il contorno tra prede e predatori sia incerto, il mercato scommette quindi che lex Lodi sarà oggetto di unaggregazione e che Mps si incamminerà verso Sanpaolo o Banca Intesa. Speculazioni che poggiano sulla difficile situazione di Bpi e sullisolamento di Siena rispetto allasse Unipol-Bnp Paribas. Lalleanza è stata approvata allunaminità ma ha creato qualche malumore al presidente della Fondazione Mps Giuseppe Mussari, da sempre vicino agli spagnoli del Bilbao e ignaro del fatto che il presidente di Unipol Pierluigi Stefanini si fosse impegnato a cedere il 4,5% di Finsoe ai francesi di Paribas. Fabrizi ha rimandato la querelle alla scadenza dei patti parasociali della holding ma è probabile che Mps chiederà una contropartita, come la joint venture Quadrifoglio Vita, in cambio della rinuncia dei diritti di prelazione.
In alternativa alla fusione con un gigante del credito Mussari, alle prese con la normativa che congela al 30% i diritti di voto dellEnte, potrebbe provare uno scambio azionario. In questo caso i fili della speculazione conducono al Credem o a Bpi su cui tuttavia appare forte linteresse di Popolare di Milano, il cui presidente Roberto Mazzotta caldeggia da tempo il progetto di una «Superpopolare del Nord». Unidea che deve confrontarsi con gli altri pretendenti, compresa Bpvn che, malgrado le smentite ufficiali, non avrebbe abbassato la guardia. Le anticipazioni della battaglia peraltro non mancano: il gruppo di Divo Gronchi, che oggi tornerà a riunire il Cda, ha guadagnato in due giorni il 6% vedendo lievitare la capitalizzazione di 250 milioni. Una girandola di pacchetti che ha coinvolto il mercato dei blocchi, dove è transitato l1% del capitale: compresa un quota dello 0,5% ceduta a 8,97 euro (22 milioni il controvalore) per cui le ipotesi si sono concentrare prima su Unipol e poi sugli investitori che avevano condiviso le mire di Fiorani.
Situazione molto diversa da quella con cui si confronta ora Gronchi, impegnato a difendere lindipendenza del gruppo e a sciogliere il nodo Rcs.
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