Alessia Marani
Aggredito e picchiato Alessandro Placidi, 39 anni, giornalista sportivo di «Nuova Spazio Radio», emittente romana sugli 88.150 Fm. Il raid ieri mattina alle 9.30 allinterno degli studi di via della Camilluccia, mentre era in onda il programma «Spazio Lazio», tema della giornata la vicenda Lotito-Chinaglia. «A mezzora dalla fine - racconta lo stesso Placidi, ventanni di professione alle spalle - come sempre sono uscito per una boccata daria attraverso la porta demergenza su un vicoletto laterale, in via del Fosso di Acqua Traversa. Allimprovviso uno sconosciuto, grossi occhialoni calati sul volto, mi si para davanti e domanda: Sei tu Placidi?. Gli rispondo di sì, quello si scaglia contro di me. Distinto indietreggio e mi richiudo la porta dietro. Entro in redazione ai colleghi racconto lincredibile vicenda. Quelli sono curiosi, si precipitano fuori, ma appena fanno per spingere il maniglione antipanico, ecco lenergumeno di prima spalleggiato da altri tre coi caschi indosso, fare irruzione. Un blitz fulmineo - continua il giornalista, visibilmente scosso - nemmeno il tempo di capire, che me li sono ritrovati sopra, io a terra sul pavimento. Mi hanno picchiato con un casco. Pensavo solo: Speriamo che ne esca vivo».
«Sei un infame, fai il male della Lazio, cacciatelo via», gridavano quelli del commando e giù botte, distruggendo pure tutto quello che gli capitava a tiro: computer, stampanti, apparati elettronici. A F. M., fonico di 30 anni che ha provato a difendere lamico e collega, hanno sferrato un pugno in piena faccia. Medicato al Policlinico Gemelli, il tecnico ne avrà per qualche giorno. «In ospedale io ci andrò più tardi - ha commentato, invece, Placidi a caldo -. Sono incredulo, amareggiato. Conduco questa trasmissione dal 99. Il pomeriggio seguo la politica per conto di una radio del Nord Est. Non ho mai nascosto le mie simpatie per la Lazio e per lo stesso Lotito, ma ho sempre dato la parola a tutti, cercando di rispettare letica professionale innanzitutto. In tanti anni non mè mai capitato nulla del genere. Mai ricevuto minacce, telefonate anonime, nulla di tutto questo. Sono una voce fuori dal coro, ma questo non giustifica un attacco del genere. Il derby? - dice -. Non penso che lepisodio di oggi centri qualcosa. Le tifoserie romane non hanno bisogno di appelli alla pacificazione. Sanno essere allaltezza di eventi simili. Se andrò allo stadio? No. Ma era gia programmato».
Lunedì mattina puntuale alle 7.30 Placidi tornerà al microfono. Ieri, intanto, gli uomini della Digos e gli agenti della squadra volante, hanno effettuato un sopralluogo in via della Camilluccia alla ricerca di tracce utili per risalire allidentità dei quattro teppisti. «Non è stata di certo unazione casuale - conclude Placidi - ma ben mirata e maturata da chissà quanto tempo». Da quanto accaduto si dissociano gli «Irriducibili» della Lazio: «È un caso isolato, non da tifoseria organizzata - taglia corto Fabrizio Toffolo, leader dellala estrema del tifo biancoceleste -. Le polemiche tra Lotito e Chinaglia non meritano tanta attenzione. Per il derby non cè pericolo di botte tra laziali, ma il clima non deve essere esasperato, ma sdrammatizzato». Il sindaco Veltroni e il prefetto Serra invitano le tifoserie «alla calma» alla vigilia della stracittadina; lassociazione Stampa Romana chiede a tutto il mondo dello sport di reagire contro la violenza che nasce negli ambiti del tifo, ricordando come i cronisti sportivi finiscano per esserne troppo spesso i capri espiatori. «Quanto successo - dice Fabio Rampelli, capogruppo di An alla Regione - rappresenta una pessima pagina della storia del tifo e un grave attacco allinformazione, anche se non bisogna generalizzare colpevolizzando lintero tifo». Per Enzo foschi (Ds alla Pisana): «Ognuno deve essere libero di esprimere le proprie opinioni con serenità. Gli autori del vergognoso gesto vanno presi e isolati».
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