Villa Matilde è unazienda campana relativamente giovane che ha però le radici saldamente affondate nella storia. È a essa che si deve infatti la riscoperta delle viti che anticamente davano vita al celebre vino Phalernus, decantato dai Romani come vino severus, fortis, ardens, ma distrutto allalba del Novecento dalla fillossera. Negli anni Settanta lavvocato Francesco Paolo Avallone ripiantò gli antichi vitigni del Falerno nel territorio del Massico e fece la fortuna di una terra e della sua azienda, oggi affidata ai suoi due figli, Maria Ida e Salvatore.
Con il Falerno del Massico si assaggia insomma un sorso di storia. Ma anche un vino con un grande futuro. Specie se parliamo del Camarato, FdM rosso doc da uve Aglianico (80 per cento) e Piedirosso (20) che abbiamo degustato nellannata 2001, della quale sono state «tirate» 20mila bottiglie. Si tratta di un «cru» prodotto nellomonima vigna nel territorio di Sessa Aurunca solo nei migliori anni: le uve, selezionate a mano e pigiati delicatamente, dopo la fermentazioni malolattica si affinano per dodici mesi in barrique di rovere e poi in bottiglia per un periodo che va dallanno allanno e mezzo. Un vino scuro in maniera quasi impressionante, con profumi terziari evolutissimi che spaziano dal cioccolato al caffè e che in bocca è potente e austero. Grandi le aspettative di vita, ambiziosi gli abbinamenti (grandi secondi, cacciagione, formaggi stagionati) e la forte tentazione di berlo da solo come grande esemplare da meditazione. dalle tenute di San Castrese arriva invece il FdM rosso doc base, comunque assai piacevole. Il «cru» bianco si chiama invece Caracci, è prodotto con uve Falanghina biotipo Falerno parzialmente affinate in barrique, ciò che gli dona note tostate e vanigliate mai invadenti e comunque appoggiate a una solida freschezza. Bene anche il FdM bianco base.
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