Fallimento «7 tv» Romani prosciolto dopo dieci anni

Non doversi procedere perché il fatto non costituisce reato; con questa formula il giudice delle udienze preliminari di Monza, Alessandro Rossato, ha chiuso il procedimento che vedeva il sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani di Forza Italia, accusato di bancarotta preferenziale in relazione al fallimento dell’emittente Lombardia 7 tv. L’imputazione era stata formulata ancora alcuni anni fa nei confronti di Romani nella sua veste di amministratore dell’emittente, dichiarata successivamente fallita nel 1999. Romani aveva ribadito più volte di aver ceduto Lombardia 7 tv nel 1995. Ieri anche il pubblico ministero Walter Mapelli si è trovato in accordo con i difensori, gli avvocati Raffaele Della Valle e Francesco Pensato, che avevano presentato una serie di argomentazioni per dimostrare l’infondatezza degli elementi accusatori, e il gup ha prosciolto il sottosegretario.

In realtà Mapelli aveva chiesto l’archiviazione già in prima battuta ma il Gip gli aveva imposto di formulare il capo d’imputazione coatto e quindi la richiesta di rinvio a giudizio. Ora, dopo essersi trascinata a lungo, la vicenda si è finalmente chiusa.

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