Fallimento Finpart, Popolare di Intra rivede la semestrale

Assorbiti gli accantonamenti. Vicenza cresce al 2,4% e il titolo scatta in Borsa

da Milano

Il vicepresidente Ernesto Paolillo prosegue la pulizia di bilancio per portare Popolare di Intra lontano dal fallimento di Finpart, di cui il gruppo era uno dei principali creditori. Un’operazione che ha visto il consiglio di amministrazione approvare le integrazioni alla semestrale per assorbire ulteriori 38 milioni di accantonamenti nel tentativo di salvaguardare la solidità finanziaria della Popolare, su cui avrebbe però già puntato l’interesse più di un concorrente.
Ricostruzioni che hanno preso forza in Piazza Affari dopo che la Popolare di Vicenza è salita al 2,4% di Intra (l’operazione risale al 25 ottobre). Il gruppo presieduto da Gianni Zonin ha spiegato di essere da tempo socio di Intra motivando l’arrotondamento come «una buona occasione di investimento» ma Piazza Affari è tornata a scommettere sul risiko fino a spingere il titolo piemontese a 10,6 euro (più 4,5%). Il tutto malgrado l’agenzia Fitch avesse sforbiciato il giudizio (ma la previsione è stabile) nel timore che la banca possa essere vulnerabile rispetto al quadro economico locale che «potrebbe portare un ulteriore deterioramento della qualità degli attivi».
Anche se la sensazione è che il destino di Intra rimanga sospeso, il cda ha confermato sia le previsioni per fine esercizio (71 milioni il rosso atteso) sia il mantenimento di adeguati livelli di patrimonializzazione anche nel secondo semestre, in virtù dell’andamento dell’attività ordinaria e degli effetti degli interventi straordinari.
Segnali di fiducia cui si aggiungono quelli della società di revisione Reconta Ernst & Young e del collegio sindacale che hanno espresso parere favorevole alla relazione semestrale «corretta». Nel dettaglio per quanto riguarda le integrazioni alla semestrale la perdita d’esercizio di pertinenza della capogruppo è passata a 95,6 milioni dai precedenti 70,1 milioni mentre il totale dell’attivo è diminuito da 4.542,7 milioni a 4.517,3 milioni. Il consiglio ha poi deliberato di procedere a un ulteriore accantonamento di 7 milioni sulla posizione di F.P. Investment, in quanto azionista di minoranza di Fin.Part e di ulteriori accantonamenti per 7,5 milioni riferiti per altre posizioni di minore entità. Già realizzate le previste plusvalenze (6 milioni) su alcune cessioni di partecipazioni di minoranza mentre è in fase di conclusione la vendita frazionata di gran parte degli immobili non strumentali dalla quale è attesa un’ulteriore plusvalenza di 4-5 milioni entro la fine dell’esercizio.
La relazione dei revisori porta infine all’attenzione alcuni fatti descritti dagli amministratori nella semestrale.

In particolare in luglio sono stati notificati alla banca quattro atti di citazione da parte di componenti della famiglia Facchini finalizzati anche a richieste di risarcimento per 162 milioni. La banca ritiene infondate le azioni e non ha operato accantonamenti. Intanto non è stato ancora reso noto l’esito dell’ispezione di Bankitalia prolungatosi dal 16 maggio al 2 settembre.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica