Prima ancora che Bruna Pesce, sedicente avvocato della onlus «Martin Luther King» indagata con laccusa di favoreggiamento dellimmigrazione clandestina a fini patrimoniali, venga interrogata dal pubblico ministero per chiarire il proprio ruolo nella presunta vendita ad extracomunitari di permessi di soggiorno fasulli, si muove la Squadra mobile. Ieri mattina, gli agenti si sono presentati a sorpresa allUfficio immigrazione di via Fatebenefratelli per un accertamento preliminare. Una «visita» a conclusione della quale sono stati richiesti diversi documenti che potrebbero rivelarsi utili allindagine. Pratiche che nei prossimi giorni saranno controllate dagli investigatori, per verificare eventuali anomalie nella trattazione delle autorizzazioni e nel rilascio dei permessi.
Anche perché, allUfficio immigrazione, di richieste avanzate dalla Pesce ce nerano molte. Moduli prestampati nei quali la onlus elencava i documenti presentati per il perfezionamento della procedura amministrativa (copia del passaporto, contratto daffitto, documenti del datore di lavoro, dichiarazione dei redditi, visure camerali, promessa di lavoro), e firmati amichevolmente a mano dalla «dott.ssa Brunella». A fianco della firma, e sempre a mano, la cifra pattuita con lextracomunitario che si era presentato in via Settembrini 15, sede della onlus. Metà «subito», e metà «al permesso». Quei documenti secondo il pm Alfredo Robledo - titolare dellinchiesta - erano falsi. Falsi nelle attestazioni dei datori di lavoro, ma è da accertare che le irregolarità non siano anche altre.
Gli inquirenti, infatti, dovranno controllare se qualche anomalia si sia verificata anche negli uffici della Questura. Di certo ieri, dopo larrivo degli agenti della Mobile, una ventina di pratiche «intestate» alla Martin Luther King e già concluse nel corso del 2007 (la maggior parte positivamente, alcune con un rigetto dellistanza) sono state movimentate dallarchivio dellUfficio.
Un chiarimento decisivo potrà arrivare proprio dallinterrogatorio di Bruna Pesce, che sarà sentita nelle prossime settimane dal pm Robledo. Un faccia a faccia dal quale il magistrato potrebbe ottenere elementi utili allindagine. Innanzitutto, per appurare quanti e chi siano i datori di lavoro disposti a presentare la documentazione falsa con cui la onlus si sarebbe arricchita. E per capire, soprattutto, se l«avvocato» - accreditata come avviene per altre associazioni in via Fatebenefratelli - godesse a differenza di altri di una corsia preferenziale.
A far emergere la presunta truffa era stata Striscia la notizia. Un complice del tg satirico si era presentato in via Settembrini per chiedere un permesso di soggiorno utile a fare arrivare in Italia la fidanzata. «La ragazza può venire in Italia con qualunque tipo di contratto - aveva spiegato lavvocato allattore di Striscia -, limportante è che abbia un contratto di quattro ore al giorno di lavoro». «Quanto costa la pratica?», era stata la domanda delluomo. «In tutto 4mila euro». «Lei arriva in Italia e trova lavoro?», aveva insistito lui. «Lei arriva in Italia e non è che lavora - la replica di Pesce -, lei arriva in Italia e ha la garanzia di poter avere il permesso di soggiorno, ma il lavoro reale non lo so se ce lha». Fuori dalla legge. E, in ogni caso, un business.
Una concomitanza significativa. Le prime difficoltà per la Martin Luther King erano sorte dopo il primo scandalo sui permessi falsi, che aveva coinvolto alcuni dipendenti della Prefettura assunti con contratto interinale.
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