Falso ordigno al farmacista e lettere sospette a Equitalia

Conteneva polvere gommosa e una piastrina di metallo con due piccoli fili attaccati e un foglietto con parole generiche di minaccia (ma si esclude la matrice anarchica) la busta arrivata ieri mattina alla sede di Equitalia in via dell’Innovazione, alla Bicocca. Tre impiegati sono rimasti potenzialmente coinvolti perché venuti a contatto con il contenuto della busta. Sul posto, quindi, è arrivato il mezzo di coordinamento avanzato del 118 di Milano che ha attivato, come da prassi, le procedure di prevenzione previste dal «protocollo antrace», portando le tre persone all’ospedale Sacco per i controlli di rito. Il 22 dicembre scorso un’altra busta, simile a quella recapitata ieri, è stata sequestrata in un’altra delle tre sedi sede milanesi di Equitalia, in via San Gregorio.
Come rilevato sul posto dagli artificieri della polizia dopo aver fatto evacuare due piani dell’edificio e dalle prime analisi del Nucleo Nbcr (Nucleare biologico chimico radiologico) dei vigili del fuoco la polvere è risultata innocua ma sono ancora in corso ulteriori accertamenti della polizia scientifica.
Sempre ieri un plico contenente un rudimentale piccolo ordigno è stato scoperto in una farmacia di via Rombon (Lambrate) di proprietà della presidente di Federfarma, Anna Rosa Racca. Nessuno ha riportato lesioni. La busta, di quelle imbottite, conteneva un giornalino del fumetto Lupo Alberto, una siringa con un grammo e mezzo di polvere pirica e avrebbe potuto provocare una fiammata.

Praticamente la fotocopia della missiva spedita il giorno prima a Monza in via Manzoni, nella farmacia di Andrea Mandelli, presidente della Federazione dei farmacisti italiani (Fofi). Il plico, senza mittente né rivendicazioni, era indirizzato proprio alla dottoressa Racca. Sul caso indagano i carabinieri.

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