Una famiglia «affiatata»

Atmosfere plumbee, costante suspense intrisa di una comicità feroce, per Killer Joe in scena al teatro Vascello fino al 25 aprile, del premio Pulitzer 2008 Tracy Letts con l’audace regia di Massimiliano Farau e l’adattamento di Giampaolo Rugo. Se l’autore ambienta la storia di questa famiglia devastata, nelle grandi roulotte della periferia di Dallas, il regista ne propone una singolare trasposizione nella estrema periferia romana, dove all’interno della baracca fatta di lamiere, troneggiano slogan del tipo «Totti gol» e i personaggi parlano il romano delle periferie, sguaiato e ricco di colorate invenzioni.
Tra i cinque protagonisti della pièce, tutti giovani attori emergenti, il regista ha attinto dal cast di Romanzo criminale per i tre ruoli maschili: Francesco Montanari, indimenticabile Libanese nella serie televisiva, qui nel ruolo del Killer Joe; Alessandro Marverti e Andrea Ricciardi (rispettivamente Gigo nella seria televisiva di Sky e Ricotta nel film di Placido). Mentre le protagoniste femminili, Patrizia Ciabatta, e Federica Marchettini sono già note al pubblico per aver recitato in Whole Music del premio Oscar Anthony Minghella.
Christian, giovane disperato spacciatore, per pagare un debito, decide di assoldare un ex poliziotto corrotto, Killer Joe, uccidere la madre degenere e intascarne l’assicurazione sulla vita destinata alla sorella minore Doroty, ingenua stralunata creatura, coinvolgendo nel suo maldestro disegno il padre Anselmo e la giovane moglie. La caparra per il Killer sarà la piccola Doroty, alla quale è affidato l’agghiacciante finale.

Se tutti nella famiglia parlano in romano, a loro farà da contraltare proprio killer Joe, presenza quasi surreale, che rimanda alle figure della cinematografia pulp americana e adotta un linguaggio forbito, professionale, quasi senza intonazione. Travolgente il finale in cui nell'esplosione della estrema violenza tra i protagonisti, spetterà alla piccola sorellina l'ultima parola.

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