La famiglia del Giornale aveva adottato Eluana

La famiglia del Giornale aveva adottato Eluana

(...) Poi, certo, ognuno ha assolutamente diritto di pensarla come vuole. Su questi temi, tentare di vendere verità incontrovertibili è segno di debolezza, non certo di forza. Invece, voi. Invece, voi, pur avendo le vostre posizioni - e sono posizioni quasi esclusivamente pro-vita - ci regalate pagine malferme e voci commosse in cui l’apertura agli argomenti degli altri è totale. Dove l’integralismo è solo quello dell’umanesimo, dell’amore per la persona, della difesa della vita. Nelle nostra famiglia c’è chi è infuriato con i magistrati estensori del decreto, chi non capisce il comportamento del papà, chi sperava in un ripensamento dei medici, chi non ha apprezzato il gran rifiuto di Giorgio Napolitano, fino a quel momento straordinario presidente della Repubblica. Oggi, invece, niente è più come prima. Ma degli aspetti politici e anche dei loro risvolti liguri ci occuperemo nei prossimi giorni.
La cosa straordinaria è che anche queste rabbie, queste prese di distanza, questi distinguo, sono sempre venati di passione positiva e mai di odio. Se leggete le lettere di questa pagina, quelle delle pagine nazionali che scoprono nel nostro direttore Mario Giordano la faccia, la voce e la penna del coraggio di una battaglia, non troverete quasi mai toni sopra le righe. Ma sempre cuore, preghiera, calore umano. È sempre brutto fare confronti, ma leggere su tanti quotidiani una specie di battaglia anti-vita e non una battaglia pro-Eluana e neanche pro-Beppino e nemmeno pro-autodeterminazione - con lettere e commenti tutti schierati dalla stessa parte - a volte mi dà i brividi. Invidio chi ha certezze così granitiche sulla vita degli altri.

Anzi, non li invidio proprio. Leggo voi e mi sento in famiglia, una volta di più. Al di là di come è andata, questo patrimonio ci resterà. Al di là di come è andata, leggere parole così e conoscere persone e lettori così, è già una vittoria.

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