Mai più donne lombarde costrette a scegliere tra il lavoro e la famiglia. E mai più nessuna donna costretta ad abortire per le difficoltà economiche. Chiede un rivoluzione culturale alla società e al mondo dell’industria il governatore Roberto Formigoni mentre presenta il suo quarto progetto per Milano. Donne, famiglie e lavoro il tema di un impegno che si presenta titanico anche se, ci tiene a sottolineare, «qui in Lombardia siamo un po’ più fortunati». Con un’occupazione femminile al 57 per cento. Meglio le donne tra i 20 e i 49 anni che lavorano più della media delle coetanee europee. Problemi, semmai, oltre i 50 anni. Ma anche il tasso di natalità al 10 per cento in Lombardia non è male, anche se l’età media del primo parto sale a 31,2 anni. Superiore all’Europa dove scende a 30 anni. Il problema è quasi sempre il lavoro. Ancor maggiore in un’area metropolitana come Milano. Per questo da qui partirà il nuovo progetto che prevede la creazione del Comitato strategico Donna-famiglia-lavoro che potrà fin dall’inizio disporre di un finanziamento di 10 milioni di euro. A farne parte rappresentanti di imprese, associazioni familiari, giuristi, docenti universitari, sindacati, pubblica amministrazione, area socio-sanitaria, cultura, media, spettacolo, pubblica amministrazione e una consigliera di parità.
«Anche se dovrà essere il comitato a definire le azioni concrete da mettere in campo - spiega Formigoni - penso che la cosa fondamentale sia spingere le aziende a cambiare la struttura del tempo di lavoro». Per questo chiede «più contratti part time con stipendi adeguati perché chi lavora mezza giornata non deve più vedere il suo stipendio e scendere sotto il 50 per cento». E poi orari più flessibili e più telelavoro. Ma anche meccanismi premiali per le aziende che favoriscono le donne. Con le aziende che partecipando a bandi pubblici che potranno avere punti in più rispetto a chi non adotta misure di aiuto al lavoro femminile e alla famiglia.
L’obiettivo, spiega Formigoni, è «modificare l’organizzazione della vita moderna e l’impianto degli orari nelle città. L’impegno è soprattutto quello di cambiare mentalità accogliendo la specificità femminile come risorsa per la nostra società e mai come un peso». Tra i progetti, un maggior sostegno sociale alla maternità, con misure che offrano una continuità di reddito alle lavoratrici precarie e la valorizzazione dei consultori, sostegno allo «sviluppo dell’occupabilità femminile» con particolare attenzione alle donne in condizione di particolare vulnerabilità. Con contratti di lavoro precario, madri nubili, donne disabili. E poi politiche efficaci a favore dell’imprenditoria femminile o che facciamo crescere e migliorare i sistemi di organizzazione dei tempi e dei servizi delle città. «Non deve più succedere - ripete Formigoni - che le donne incinte o con bambini siano incentivate dalle aziende ad andar via».
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