La famiglia Segre abbandona la sua Bim

La famiglia Segre, fondatrice di Banca Intermobiliare, non aderirà al progetto di fusione di Cofito in Veneto banca, preliminare al lancio dell’Opa su Bim. Attraverso Mimose, che detiene il 15% di Cofito, la famiglia Segre ha comunicato di voler esercitare il diritto di recesso. Il controvalore del diritto è pari a 25,6 euro per azione Cofito, equivalente a una valutazione di 4,25 euro per ogni azione Bim.
Il progetto di fusione di Cofito in Veneto banca holding (Vbh) prevede il concambio di azioni Vbh con le azioni Cofito attraverso una valutazione dell’istituto torinese in base al patrimonio netto contabile a fine 2009 rivalutato, pari - appunto - a 4,25 euro per azione. La famiglia Giovannone (15% delle quote di Cofito), Pietro d’Aguì (7,94%), Ivana Martino (7,06%), Mario Scanferlin (3,17%), Carla Fagherazzi (2,9%), Anna Scanferlin (2,91%) e Marco Scanferlin (2,91%) e Giacomo Scanferlin (3,02%) che detengono complessivamente il 45% delle quote di Cofito si sono già impegnati a votare nell’assemblea dei soci di Cofito a favore del progetto di fusione. Un altro 40% delle quote Cofito è già oggi in mano a Veneto banca holding. L’ulteriore 15%, infine, fa capo alla famiglia Segre che si è chiamata fuori dall’operazione ed eserciterà il diritto di recesso da Cofito al prezzo, come detto, di 25,6 euro, equivalente a una valutazione di Bim di 4,25 euro.
Al termine della fusione fra Cofito e Veneto banca holding, l’istituto di Montebelluna avrà circa il 55% di Bim che manterrà comunque sede e attività di direzione a Torino. Veneto banca holding lancerà quindi un’Opa obbligatoria sulla restante parte del capitale di Bim al prezzo di 4,25 euro per azione, in contanti. L’amministratore delegato, Pietro d’Aguì, che manterrà la carica anche dopo l’operazione, al termine dell’Opa si è impegnato ad acquistare il 10% del capitale sociale da Veneto banca holding allo stesso prezzo dell’offerta. L’istituto di Montebelluna non scenderà, comunque, sotto il 50,01%. Veneto banca holding ha comunicato che nel caso l’Opa superi il 90% del capitale sociale intende ripristinare il flottante. «Con la fusione per incorporazione di Cofito - ha sottolineato l’ad di Veneto banca, Vincenzo Consoli - diventeremo la decima realtà bancaria per masse amministrate. Il controllo di un gruppo come Bim ci darà inoltre l’opportunità di affinare e integrare l’offerta bancaria tradizionale in settori ormai cruciali per l’attività bancaria, che comprendono non solo il private banking ma anche la consulenza finanziaria».

L’ad di Bim Pietro d’Aguì ha inoltre spiegato che «il gruppo ha raggiunto una fase di sviluppo che richiede per competere sui mercati finanziari di oggi, un supporto più strutturato rispetto a quello che le famiglie azioniste di Cofito avrebbero potuto garantire da sole».

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