Famiglie, aumenta il risparmio e si scommette su titoli e azioni

Gli investimenti sono saliti di 10 miliardi, a quota 63 miliardi di euro, nei primi 9 mesi del 2005. E il livello dei debiti è sotto controllo

da Roma

Le famiglie italiane sono sempre più risparmiose, ma anche coraggiose nei loro investimenti. Non si sono impoverite ma anzi, nei primi nove mesi del 2005 (ultimo dato disponibile, proveniente dal Bollettino economico della Banca d’Italia), il loro risparmio finanziario ha raggiunto la ragguardevole cifra di 63 miliardi di euro, dieci miliardi in più dello stesso periodo 2004. Niente più soldi sotto il materasso: al contrario la scelta delle famiglie si è orientata verso strumenti caratterizzati da livelli di rischio e di rendimento più elevati che nel passato: azioni, quote di fondi comuni, obbligazioni societarie, cedendo i vecchi Bot e riducendo gli investimenti in depositi e obbligazioni emesse dalle banche.
Nel settembre 2005, si rileva dal Bollettino, il peso di azioni, partecipazioni e quote di fondi comuni era cresciuto al 39% del complesso delle attività finanziarie delle famiglie, rispetto al 33% del 2004. Il motivo principale di questa crescita? L’effetto dell’aumento dei corsi azionari in Borsa. La consistenza delle attività finanziarie in possesso alle famiglie, ricorda Bankitalia, è salita alla ragguardevole quota di 3.400 miliardi di euro, due volte e mezzo il Pil. Nel settembre scorso, le famiglie possedevano titoli a medio e lungo termine per 594 miliardi e 898 milioni di euro, cifra superiore a quella dei depositi bancari e del contante (529 miliardi e 114 milioni). Alla stessa data, le quote di fondi comuni hanno raggiunto i 281 miliardi e 554 milioni di euro. Ma la cifra più elevata è quella che riguarda azioni e partecipazioni: oltre 900 miliardi di euro sull’interno, più quasi 88 miliardi sull’estero.
Parallelamente all’incremento del risparmio investito, l’anno scorso è cresciuto l’indebitamento delle famiglie, raggiungendo un valore pari al 30% del Pil. L’aumento ha riguardato principalmente i mutui per l’acquisto di case. Dunque un indebitamento «buono», e soprattutto sostenibile: secondo via Nazionale, infatti, «non è elevato in rapporto ai livelli di ricchezza e di reddito». La media europea è di un indebitamento delle famiglie pari al 56% del Pil, mentre negli Stati Uniti ha raggiunto il 90% del prodotto.
Gli oneri sopportati dalle famiglie consumatrici per il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale hanno raggiunto nel 2005 una media del 6,3% del reddito lordo disponibile.

A contenere questa percentuale hanno contribuito i bassi tassi d’interesse, e l’allungamento della durata dei contratti di mutuo-casa. Infine, i finanziamenti per il credito al consumo hano riguardato solo il 13% delle famiglie italiane: per lo più si tratta di crediti utilizzati per l’acquisto dell’automobile.

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